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Mobilità elettrica in Europa: la situazione tra obiettivi e incentivi

Classifica paesi europei per auto elettriche vendute, situazione tra incentivi e obiettivi

Mobilità elettrica in Europa: la situazione tra obiettivi e incentivi
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 15 ott 2018

Il futuro dell'automobile in Europa è necessariamente elettrico: non esistono altri modi se non l'elettrificazione dei powertrain per consentire alle Case automobilistiche di rispettare l'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 recentemente concordato dai Paesi Membri dell'Unione Europea (-35% per le automobili e -30% per i veicoli commerciali entro il 2030).

Le auto 100% elettriche, che possono vantare emissioni di CO2 allo scarico pari a zero, rappresentano lo strumento principale per abbassare la media delle emissioni dei Costruttori. Vediamo dunque qual è la situazione dell'auto elettrica nei principali Paesi Europei, ordinati per numero di vendite da Automotive News Europe.

Germania prima in Europa, ma l’obiettivo fissato nel 2010 è lontano

Pur essendo il primo mercato in Europa per numero di auto elettriche vendute (nel primo trimestre 2018 ne sono state consegnate circa 17.000, superando la Norvegia), la Germania difficilmente riuscirà a raggiungere l'obiettivo (annunciato nel 2010 dalla cancelliera Angela Merkel) di avere 1 milione di auto elettriche in circolazione entro la fine del decennio. All'inizio del 2018, infatti, in Germania circolavano circa 100.000 auto elettrificate, di cui poco più della metà 100% elettriche. Un recente rapporto governativo ha dichiarato che l'obiettivo verrà raggiunto con un ritardo di uno o due anni.

Per stimolare la domanda, il governo ha introdotto a luglio 2016 un incentivo all'acquisto denominato Bonus ambientale, con termine a giugno 2019. Ogni auto elettrica ha diritto a un sussidio fiscale di 2.000 euro, mentre le ibride che emettono un massimo di 50 grammi di CO2 per chilometro ricevono un incentivo di 1.500 euro. Per ottenere il sussidio, tuttavvia, il prezzo base del modello non deve superare i 60.000 euro

Degli oltre 600 milioni di euro di fondi federali stanziati, dopo i primi due anni sono stati spesi solo circa 100 milioni di euro. Secondo quanto proposto dal gruppo BDEW, tutti i fondi che non verranno utilizzati per l'acquisto di veicoli elettrici dovrebbero essere comunque destinati al potenziamento delle infrastrutture di ricarica. 

In Germania, secondo uno studio pubblicato a fine giugno dall'associazione dei costruttori europei ACEA, ci sono 25.241 punti di ricarica, ovvero il 21,6 percento del totale UE: fanno meglio solo i Paesi Bassi.

Norvegia Paese virtuoso, no IVA sulle elettriche

Nonostante sia tra i Paesi europei più ricchi di petrolio, la Norvegia ha da tempo deciso di incentivare la mobilità elettrica. Qui, infatti, gli acquirenti di veicoli a zero emissioni possono contare su una serie di vantaggi: 

  • No IVA
  • No tasse di importazione
  • Riduzione del bollo auto con azzeramento entro il 2018
  • Esenzione dalle tariffe autostradali
  • Passaggi gratis sui traghetti
  • Esenzione dagli eco-pass per i centri cittadini
  • Parcheggi gratis (norma abolita nel 2016, ma ancora attuabile dalle amministrazioni comunali)
  • Possibilità di percorrere le corsie preferenziali 

 

Benché rappresenti solo l'1% del mercato automobilistico Europeo, la Norvegia è attualmente il secondo Paese dell'Unione per numero di auto elettriche vendute. A fine 2017, in Norvegia circolavano quasi 150.000 auto a emissioni zero, a fronte di poco più di 10.000 punti di ricarica. Numeri che presto diventeranno insufficienti per soddisfare le esigenze degli automobilisti elettrici (la quota delle auto elettriche nel mercato del nuovo è vicina al 40%…).

Regno Unito investe in ricerca e sviluppo

Attraverso la strategia Road to Zero del Governo, il Regno Unito prevede che almeno il 50% delle auto e il 40% dei furgoni venduti nel Regno Unito entro il 2030 siano a emissioni ultra-basse (sotto i 50g / km di CO2). Annunciato inoltre l'obiettivo di vietare la vendita di nuove auto alimentate da motori convenzionali a combustione interna dal 2040.

Nei primi 6 mesi del 2018 sono stati venduti 21.922 veicoli ibridi plug-in (+40% rispetto allo stesso periodo del 2017) e 7.441 vetture completamente elettriche (-3%, dati SMMT).

Oggi, sulle strade UK circolano circa 140.000 veicoli elettrici, a fronte di 16.657 punti di ricarica pubblici (in pratica una colonnina ogni 9 vetture).

Il governo ha istituito un fondo di 400 milioni di sterline (450 milioni di euro) per contribuire a finanziare l'espansione della rete di ricarica. Oggi, il piano incentivi prevede uno sconto fino a 4.500 sterline per l'acquisto di un veicolo ibrido o elettrico con con un'autonomia in modalità EV di almeno 113 km ed emissioni di CO2 inferiori a 50 g/km di CO2. Le ibride plug-in con autonomia della batteria superiore a 16 km ed emissioni inferiori a 75 g/km o meno beneficiano invece di un incentivo di 2.500 sterline (esclusi i veicoli con prezzo base superiore a 60.000 sterline).

Francia: forti incentivi e guerra al diesel

Per la Francia lo sviluppo della mobilità elettrica è una "priorità economica". Obiettivo: aumentare le vendite di cinque volte entro il 2020. Allo stesso tempo, Parigi prevede di eliminare gradualmente i veicoli a combustione interna nella città entro il 2030

Per agevolare le vendite di veicoli elettrici la Francia attualmente propone una serie di incentivi per i veicoli elettrici fino al 2022. Si parla di 6.000 euro per i veicoli elettrici e ibridi che emettono meno di 20 g/km o meno di CO2 e 1.000 euro per i veicoli che emettono tra i 21 e i 60 g/km. E poi c'è il piano di rottamazione dei diesel: 4.000 euro per sbarazzarsi di veicoli a gasolio con più di 11 anni di età a fronte dell'acquisto di un veicolo elettrico (2.500 euro per le ibride plug-in).

Inoltre, sui veicoli elettrici non sarà imposta alcuna tassa di circolazione (per le ibride con emissioni di CO2 inferiori a 110 g/km, invece, l'esenzione durerà per i primi due anni).

In Francia, alla fine del 2017, le stazioni di ricarica erano 16.426, ma l'obiettivo del Governo è arrivare al 2020 con 100.000 punti di ricarica, ovvero uno ogni 10 veicoli elettrici o ibridi plug-in in circolazione.

Spagna raddoppia la quota di mercato

Grazie al piano MOVALT, in Spagna nel primo semestre del 2018 sono stati venduti 5.906 veicoli elettrificati (ibridi plug-in o elettrici), contro i 2.962 dello stesso periodo del 2017, pari a una quota di mercato dello 0,8% (contro lo 0,4%). Il piano prevedeva 20 milioni di euro di incentivi (fino ad un massimo di 5.500 euro per l'acquisto di ogni veicolo elettrico) e 15 milioni per l'espansione della rete di ricarica. 

Nel Paese iberico sono 5.089 le stazioni di ricarica (stima dell'European Alternative Fuels Observatory). La società Iberdrola ha annunciato un piano per installare 25.000 punti di ricarica entro il 2021, di cui 16.000 in case private e 9.000 nelle aziende. 

Italia: obiettivi ambiziosi, ma gli incentivi?

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Nei primi 6 mesi del 2018, in Italia sono state vendute 2.249 nuove auto completamente elettriche nel primo semestre, ovvero il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Raddoppia anche la quota di mercato, dallo 0,1% allo 0,2%, così come aumentano le vendite delle ibride plug-in (2.119 unità, pari al 60% in più). 

La scorsa estate il leader del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio aveva annunciato che nell'agenda del Governo ci sarebbe stato un "piano nazionale per infrastrutturale per la ricarica dei veicoli elettrici", con l'obiettivo di arrivare al 2022 con un milione di auto elettriche in circolazione. Questo, tuttavia, senza alcun tipo di incentivo all'acquisto, se si esclude l'esenzione dal bollo auto per i primi 5 anni.

Oggi, nel nostro Paese sono presenti circa 3.124 stazioni di ricarica per veicoli elettrici (stima dell'Osservatorio europeo per l'energia alternativa). Non così male se si considera che circolano circa 10.000 veicoli a zero emissioni e che dal 2015 il numero delle stazioni di ricarica è quasi raddoppiato. 

Le colonnine dovrebbero aumentare a 14.000 entro il 2022 grazie agli investimenti annunciati da Enel (da 100 a 300 milioni di euro).

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