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Come la tecnologia LiDAR è in grado di ridurre gli incidenti che coinvolgono i TIR

Velodyne vede nei LiDAR la chiave per ridurre gli incidenti stradali che coinvolgono mezzi pesanti

Come la tecnologia LiDAR è in grado di ridurre gli incidenti che coinvolgono i TIR
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 14 ago 2018

"Perfino il miglior autista – nonostante l'esperienza e la formazione superiore a quelle di un normale automobilista – non sarebbe in grado di fermare in sicurezza un tir di quelle dimensioni" a quelle velocità: queste le parole di Andrew Nelson, North America commercial vehicles manager presso Velodyne Lidar, intervistato da Digital Trends.

Al centro dell'intervista il fatto che gli incidenti più gravi che avvengono sulle strade di tutto il mondo coinvolgano mezzi pesanti. Un autoarticolato di 30 tonnellate ha infatti bisogno di oltre 130 metri per arrestarsi completamente a velocità autostradali, e i danni provocati nel caso in cui questo spazio non fosse disponibile sono noti a tutti. 

Velodyne, società californiana tra i leader mondiali nel campo della sensoristica per i sistemi di assistenza alla guida, ritiene che la presenza dei LiDAR applicata ai mezzi pesanti (oltre che sugli autoveicoli tradizionali) possa aiutare a ridurre in maniera significativa le probabilità che questi incidenti si verifichino. Questo perché il "campo visivo" di un sensore LiDAR consente di vedere a 360 gradi tutto quello che accade intorno al veicolo, per un raggio di circa 300 metri.

I LiDAR di Velodyne si servono di una tecnologia laser a infrarossi, funzionando anche in presenza di scarsa illuminazione, attraverso la nebbia, la pioggia e persino la neve.

A differenza di una fotocamera – continua Nelson nell'intervista – se ci sono degli ostacoli sull'obiettivo LiDAR è possibile di aumentare l'intensità del raggio laser per garantire che l'impulso luminoso arrivi a destinazione. Se una telecamera tradizionale è ostruita o la visibilità è scarsa, invece, è inutile applicare più potenza.

Una fotocamera, dopo aver scattato una foto, deve poi servirsi di algoritmi per determinare (in modo spesso impreciso) la distanza dall'ostacolo, mentre un LiDAR è in grado di misurare la distanza fisica effettiva.

Su un camion un LiDAR ha ancora più senso, perché la sua altezza superiore permette al sensore di avere una visuale completa della situazione: secondo Velodyne è possibile rilevare una vettura che sta rallentando o frenando anche a distanza di quattro, cinque, o anche sei veicoli dal camion. Questo permette al veicolo di anticipare la frenata, iniziando a rallentare addirittura prima dei veicoli che lo precedono.

Attualmente Velodyne sta lavorando per rendere sempre più efficace l'azione dei propri LiDAR, integrando in essi funzioni come il rilevamento degli angoli ciechi e dell'altezza di ponti e sottopassaggi.

Come sempre quando si parla di questi dispositivi, la barriera principale per una loro diffusione capillare è il prezzo, ma secondo Velodyne si parla di una problema destinato a ridimensionarsi: già oggi, l'azienda è in grado di offrire sul mercato unità LiDAR a 16 canali a circa 4.000 dollari (3.500 euro), una cifra non proibitiva per le grandi società di trasporto e i costruttori di camion, specialmente considerando il rapporto tra costi e benefici. E in Velodyne assicurano che i prezzi continueranno a scendere.

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