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Smart EQ fortwo: guida ricarica, consumi e connettori | una serie di sfortunati eventi

Guida alla ricarica elettrica di Smart EQ fortwo: connettori, batteria e consumi

Smart EQ fortwo: guida ricarica, consumi e connettori | una serie di sfortunati eventi
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 16 giu 2018

Smart EQ fortwo cambia per abbracciare il nuovo brand EQ uniformandosi al marchio creato da Daimler per Mercedes-Benz e, in generale, per tutto il progetto elettrico dei tedeschi. In realtà, però, l'auto torna anche alle origini dato che sulla carta il modello era nato con l'elettrico in mente. 

Così, già successo in USA, dal 2020 anche in Europa il marchio Smart proporrà solamente auto elettriche, una mossa che punta ad imporre di più la vettura come l'auto perfetta per chi vive in città, anche in quelle più grandi. E considerato il successo delle termiche, il giusto prezzo sfruttando le economie di scala potrebbe essere una prima chiave di vero cambiamento nel mondo EV.

Smart EQ fortwo: connettori

Smart fortwo elettrica monta una Mennekes di Tipo 2 per la ricarica in corrente alternata (Modo 2 e Modo 3). Questo esclude dall'equazione la ricarica rapida in DC ma, considerando che anche la versione termica è nata con la vocazione da cittadina e non certo da viaggiatrice, considerando dimensioni e bagagliaio, la scelta risulta coerente.

Due i cavi inclusi: il primo è quello casalingo, con connettore Mennekes da una parte e presa Schuko dall'altra. Il cavo intelligente permette di gestire la scelta della velocità di ricarica selezionando gli Ampere tramite tasto, utile se avete altri carichi sulla stessa rete e non volete rischiare il sovraccarico. L'altro cavo è quello per collegarsi a wallbox o colonnine pubbliche con la presa di Tipo 2 ad entrambe le estremità.

se la lingua che sto parlando vi risulta pari all'arabo…leggete le due guide sulla ricarica auto elettrica:

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Smart EQ: ricarica in corrente alternata

Per contenere i costi, Smart EQ fortwo propone di serie il caricabatterie di bordo in corrente alternata da 4.6 kW. Si tratta di un caricatore lento, perfetto per l'uso casalingo e dimensionato alla batteria da 17.6 kWh che viene accopagnata da una garanzia di 8 anni o 100.000 chilometri. Stessa capacità della vecchia versione ma autonomia maggiore (160  km): perché è cambiata la densità energetica, le celle di LG pesano 20 chili in meno, il motore è più potente ma più efficiente e c'è il sistema di recupero intelligente con radar e GPS.

Il chilometraggio è inferiore a quello di alcune concorrenti ma, ancora una volta, va specificato che si tratta di una cittadina pura. Se con la IONIQ si può pensare a qualche weekend fuori porta, come dimostrato durante il test, con Smart diventa molto difficile.

Considerata la capacità del pacco batterie, in poco meno di 8 ore la Smart elettrica è pronta a darci il 100% di autonomia da casa, tempo che si dimezza a meno di 4 ore con un wallbox da 4.6 kW se volete installarlo e a patto di aumentare la potenza impiegata da contratto. Chi sceglie la versione di serie si ricordi che in AC "comanda" sempre il caricatore di bordo: anche collegando l'auto ad una colonnina da 22 kW, i 4.6 kW faranno da collo di bottiglia.

Per ottenere tempi inferiori si può attingere al catalogo degli optional e scegliere il caricabatterie di bordo da 22 kW che permette di sfruttare la ricarica "veloce" delle colonnine pubbliche. In questo caso, ipotizzando di andare a 22 kW, faremo il pieno in massimo 60 minuti (32A 400V)

Incluso nel prezzo c'è Enel Box Station, wallbox fino a 7kW che viene installato e fornito da Enel. Chi non può montare il wallbox riceverà 1.100€ di buoni da spendere nei servizi Ready to Park e Ready To Charge. Il "fino a" del wallbox dipende ovviamente dalla potenza della fornitura elettrica domestica: serve un'aumento a 9 kW (se sulla stessa rete della casa) per andare tranquilli a 7kW, con 4.5 kW si beneficia di un incremento marginale.

Smart EQ fortwo: i consumi reali

Le prove effettuate con Smart EQ fortwo sono tutte vincolate dall'autonomia cittadina che, secondo il produttore, è di massimo 160 chilometri. Città, però, non significa solamente restare nei confini urbani: tangenziali e strade extra-urbane sono state affrontate senza problemi dalla piccola tedesca, con la quale mi sono tenuto lontano solamente dalle trasferte autostradali.

Qualche esempio? Dalla Brianza a Milano Sud facendo ampio uso delle tangenziali, o dalla Brianza verso Rho sfruttando tangenziali e strade extra-urbane fino a qualche breve tratta autostradale a 130 km/h.

I consumi variano a seconda di situazione, piede e modalità di guida. Con la modalità normale, quella che ci consente il massimo della reattività della vettura, un percorso tipico da pendolare che richiede l'uso di tangenziali e strade a scorrimento veloce vi porterà a consumare 15 kWh/100 km (60-70% di extra-urbano, 40-30% di città). D'estate il climatizzatore, regolato ad un livello accettabile e non a temperature polari, incide sui consumi per 1 kW.

In questo speciale mi tengo volutamente lontano dalle conclusioni, evitando di fornire medie definitive, perché aspetto i dati del periodo di prova restante prima di fornire un giudizio definitivo. Per farvi comunque un'idea, eccovi alcuni esempi:

Smart EQ fortwo all’addio al celibato

Visto il vincolo di utilizzare solo auto elettriche, ho fatto affrontare alla Smart EQ fortwo anche una prova poco convenzionale per il tipo di auto, uscendo spesso dalla città in un percorso che mi ha portato da Concorezzo a Bollate per proseguire poi verso Nerviano. Qui la Smart è rimasta ferma (don't drink & drive) consentendomi di godermi il resto della giornata senza l'incombenza della guida, ripresa poi la sera per il ritorno a Concorezzo.

Alla partenza il computer di bordo, complice la guida particolarmente ecologica del giorno prima (media di 13 kWh) segnava 172 chilometri di autonomia con il 100% della carica. I primi 24 chilometri verso la tappa di Bollate hanno visto una media di 13.2 kWh/100 km con prevalenza di percorso extra-urbano e a 59 km/h di media guidando sempre vicino al limite massimo delle varie strade affrontate. Autonomia residua: 129 km, batteria all'83%.

A fine giornata ho percorso 90 chilometri con una media di 14.2 kWh/100 km e uno stile di guida identico a quello di un'auto termica, prova ne è il fatto che l'auto con il festeggiato era una diesel che faceva da apripista alla mia e che ho seguito in tutta la prima parte del tragitto fino a Nerviano (fatta eccezione per il ritorno la sera). Dopo i 90 chilometri, il computer di bordo segnava ancora un'autonomia di 48 chilometri con la carica residua.

Ansia da autonomia? Una serie di sfortunati eventi…

Un altro episodio emblematico è quello del 14 giugno: l'imprevisto. Di ritorno da una trasferta romana in giornata, il parcheggio dove avevo lasciato l'auto – e che avrebbe dovuto ricaricarmela durante il giorno – me l'ha fatta trovare esattamente nelle stesse condizioni in cui l'avevo lasciata. La mattina ero partito con poca batteria e in ritardo: la paura di perdere l'aereo mi aveva fatto spremere tutto quello che l'ottimo motore elettrico di questa cittadina poteva darmi: il consumo medio segnava 24 kWh/100 km dopo una guida con accelerazioni massime e climatizzatore attivo. Concorezzo-Linate: 19 minuti, tanto sapevo che me l'avrebbero ricaricata in giornata.

La mattina, al parcheggio, avevo 31 km di autonomia residua, gli stessi che ho ritrovato la sera al mio arrivo intorno alle 21.30. Devastato dalla giornata e dalla notte precedente in bianco, non potevo e non volevo aspettare troppo tempo prima di tornare a casa. Una brevissima carica alla colonnina in AC (4 kW) mi ha consentito di portare a 41 i chilometri di autonomia residua e percorrere così i 23 chilometri che mi separavano da casa, molti dei quali in tangenziale.

Impostata la modalità ECO ho affrontato il percorso (trovate tutto su Instagram): 23 chilometri in 30 minuti ad una media di 46 km/h, con un consumo di 13.1 kWh/100 km e ancora 27 km di autonomia residua al mio arrivo con il 26% di batteria (il computer di bordo ha ovviamente aggiornato la stima in base ai consumi quasi dimezzati rispetto allo stile di guida dell'andata).

E non è finita…

In questa storia ho omesso un piccolo dettaglio: la mattina del 14 giugno non ho trovato l'auto carica perché nella notte un temporale particolarmente violento aveva sovraccaricato la linea di scarico delle grondaie che, guarda caso, passa per il mio box.

Box in cui la Smart EQ era in carica.

Visto che la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo, il giunto in cui le tubature hanno ceduto è esattamente quello d'angolo posizionato sopra la presa elettrica dove la Smart era collegata. Risultato? Il cavo è andato in protezione staccando immediatamente l'erogazione e salvando l'auto nonostante la bordata d'acqua ricevuta.

Per questo la mattina mi sono trovato senza il 100%. Unendoci la mancata carica da parte del personale del parcheggio, il 15 giugno sono stato costretto ad accontentarmi dei 27 chilometri residui, sufficienti comunque per affrontare le necessità quotidiane (la media italiana sta tra i 30 e i 40 km al giorno). 

Considerata la settimana di trasferte e la dispensa vuota, un passaggio al supermercato era obbligatorio e, nella manciata di minuti in cui ho fatto la classica spesa da single, EQ fortwo è rimasta in carica raggiungendo i 52 chilometri di autonomia residua con un rabbocco di 1.65 kWh.

Tutto questo per dirvi che, all'alba di sabato mattina, ho ancora autonomia sufficiente per affrontare la giornata: se avessi tempo per vita sociale potrei farmi il classico giro all'IKEA con la fidanzata di turno (e attingere alle colonnine) o uscire la sera con gli amici in zona. Purtroppo le trasferte di settimana prossima mi costringono a lavorare anche questo weekend ma se oggi fosse stato un giorno lavorativo, avrei lasciato la Smart in carica tornando a casa a piedi (15 minuti di camminata) e recuperando la vettura una volta raggiunto il 100%: l'app EnelX mi avrebbe avvisato.

Considerando che sono andato a fare la spesa alle 18, entro le 22.00 avrei potuto recuperare l'auto sfruttando il caricatore da 4.6 kW di bordo e affrontare un nuovo tragitto verso Milano il giorno successivo. Oppure avrei potuto ricaricare l'auto a casa (non potevo farlo prima perché via del danno alle tubature) avendo comunque autonomia sufficiente per la giornata successiva.

Insomma, nonostante la "serie di sfortunati eventi", l'ansia da autonomia non si è presentata e l'elettrico ha dimostrato che può sopravvivere anche alla più estrema delle situazioni: se avete letto bene il racconto di sopra ve ne renderete conto.

Ricordo un commento in un articolo precedente in cui si diceva, più o meno, "con l'elettrico devi avere una vita noiosa e programmare ogni tuo passo": caro commentatore, sei ancora sicuro di quanto hai scritto?

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