Incidente Tesla Model X: Autopilot attivo ma ignorati gli avvisi
Tesla rilascia i dati dopo l'incidente di Model X: Autopilot era attivo

Periodo sicuramente movimentato per la cronaca relativa alla guida autonoma: il 23 marzo l'incidente che ha coinvolto un conducente al volante di Tesla Model X ha contribuito ad agitare le acque insieme a quello di Uber. Condotte le analisi di rito, Tesla ha rilasciato una dichiarazione riguardo alla dinamica.
Negli attimi precedenti la collisione, avvenuta alle 9:27 del 23 marzo, il sistema di guida semi-autonoma Autopilot era attivo. Nello specifico il conducente stava usando il cruise control adattivo impostato sulla minima distanza dal veicolo che precedeva. I dati mostrano che l'auto ha cercato di avvisare il guidatore con una serie di segnali visivi e uno acustico. Il motivo? L'assenza delle mani sul volante, nello specifico nei 6 secondi antecedenti l'impatto.
Tesla sostiene quindi che il conducente ha avuto circa 5 secondi e 150 metri di visuale non ostruita per poter intervenire ed evitare così il blocco divisorio verso il quale l'auto stava deviando, senza però intraprendere alcuna manovra correttiva come evidenziato dai log.
In aggiunta l'attenuatore, barriera di sicurezza disegnata apposta per ridurre le conseguenze di un impatto, era stato danneggiato in un precedente incidente, compromettendone la funzionalità.
L'NHTSA ha avviato le indagini ma non ha ancora rilasciato un verdetto, nel frattempo Tesla ha sì ammesso che Autopilot non è un sistema perfetto, ma è comunque migliore dell'alternativa, la sua assenza. Il produttore porta alcuni dati per riflettere sul tema: nel mondo ci sono 1.25 milioni di morti all'anno correlate agli incidenti stradali. Applicando i sistemi di sicurezza ad oggi presenti sulle Tesla (e basandosi sui dati registrati dai veicoli in circolazione) si salverebbero 900.000 vite ogni anno.
E la guida autonoma ke fa?1!
Infine una riflessione: qualcuno potrebbe pensare che due incidenti fatali correlati alla guida autonoma – e a breve distanza l'uno dall'altro – possano essere un palese segnale d'allarme, tale da fermare l'intero sviluppo e richiedere una riprogettazione ex-novo. Seguendo questa logica bisognerebbe accusare l'auto di aver causato più incidenti dopo la sua nascita rispetto a quanti ne accadevano precedentemente con i cavalli (e ne accadevano).
In realtà l'auto ha eliminato una variabile incontrollabile del mezzo di trasporto (il cavallo e la sua volontà) dando il pieno controllo , nel bene e nel male e salvo fallimenti meccanici, all'umano. La guida autonoma punta al livello successivo, eliminare una serie di variabili di pericolo legate al "mal-controllo" umano (guida spericolata, distrazione) a vantaggio della sicurezza. E' chiaro, però, che ogni tecnologia va usata con coscienza: in questa fase di semi-automatismo, ad esempio, prendere i sistemi attivi come scusa per distrarsi non è una giustificazione.