Cerca

Guida autonoma: dal MIT la telecamera che "vede" nella nebbia

Al MIT di Boston i ricercatori sono al lavoro su nuovi sensori in grado di far guidare le auto autonome anche nella nebbia

Guida autonoma: dal MIT la telecamera che "vede" nella nebbia
Vai ai commenti
Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 23 mar 2018

Il recente incidente mortale che ha coinvolto Uber a Tempe dimostra che la guida autonoma non è infallibile. Nonostante la suite di radar in dotazione, infatti, la Volvo XC90 allestita dal Uber non è riuscita a distinguere al buio un pedone mentre attraversava un'ampia strada. E se la scarsa luminosità può essere un problema risolvibile con dei radar a infrarossi (al costo di una perdita di risoluzione), per quanto riguarda ostacoli "fisici" come la nebbia la questione si fa un po' più complicata. 

I ricercatori del MIT di Boston hanno sviluppato un sistema che riproduce immagini di oggetti offuscati da una nebbia artificiale così spessa da rendere invisibile all'occhio umano qualsiasi oggetto osservato da una distanza superiore ai 36 cm. Questo sistema, inoltre, è in grado di rilevare e misurare con buona approssimazione la distanza degli oggetti riprodotti

In queste condizioni, il sistema è riuscito ad identificare le forme e la distanza degli oggetti entro un range di 57 cm. Sebbene questa distanza possa sembrare irrisoria, occorre tenere in considerazione che la nebbia riprodotta in laboratorio possiede una densità molto maggiore alle peggiori condizioni di nebbia che un guidatore potrebbe incontrare su una strada nel mondo reale. 

Nel mondo reale, la più tipica delle nebbie garantisce una visibilità tra i 30 e i 50 metri. L'esperimento dell'MIT, condotto dal team di Guy Satat (che lo presenterà alla Conferenza Internazionale sulla Fotografia Computazionale), dimostra che tale sistema si comporta meglio dell'occhio umano, al contrario della maggior parte delle telecamere oggi presenti sulle auto. 

La telecamera utilizzata dai ricercatori spara dei brevi raggi laser e misura il tempo che impiegano per tornare indietro una volta riflessi da un oggetto. In caso di nebbia, però, gli impulsi luminosi vengono diffusi in modo anomalo dalle goccioline di acqua di cui è composta.

I ricercatori hanno però dimostrato che, indipendentemente dallo spessore della nebbia, i tempi di arrivo della luce riflessa dagli oggetti segue uno schema statistico noto come distribuzione gamma. Questa telecamera, calcolando una diversa distribuzione per ognuno dei suoi 1.024 pixel, riesce a definire con buona approssimazione la distanza dell'oggetto, migliorando la precisione dell'immagine.

Secondo Srinivasa Narasimhan, un professore di informatica alla Carnegie Mellon University,

il team di Satat ha portato avanti una ricerca innovativa che produce il migliore progresso nella visibilità a livello dell'occhio umano e vicino all'infrarosso che abbia mai visto. Si tratta di una tecnologia che potremo vedere implementata a breve sulle automobili.

Ti potrebbe interessare:
Commenti Regolamento