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Mazda: in Vaticano è promotrice del disarmo nucleare

Il costruttore di Hiroshima è presente in prima linea alla Conferenza vaticana per un mondo senza armi nucleari.

Mazda: in Vaticano è promotrice del disarmo nucleare
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 15 nov 2017

Se c'è una casa automobilistica che ha vissuto sulla propria pelle i danni catastrofici provocati da una bomba atomica, quella è Mazda. Il costruttore giapponese, fondato a Hiroshima nel 1920, ha dovuto rialzarsi dopo essere stata spazzato via dall'ordigno nucleare insieme alla sua città in uno dei momenti più tragici della storia dell'umanità.

Una storia tragica che, però, ha posto Mazda in prima linea come promotore della pace nel mondo, come dimostrato lo scorso fine settimana con la partecipazione della casa costruttrice giapponese alla conferenza vaticana per un mondo senza armi nucleari.

In occasione dell'evento "Perspectives for a World Free from Nuclear Weapons and for Integral Development", organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (recentemente istituito dal Vaticano per promuovere la pace e il progresso), i rappresentanti del costruttore di Hiroshima  hanno affiancato il vincitore del premio Nobel per la Pace Izumi Nakamitsu ed altri esperti ed organizzazioni interessati, oltre ai rappresentanti della Chiesa.

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Per impedire che certe tragedie non si ripetano più, è necessario ricordare quel periodo terribile che seguì i bombardamenti atomici del 6 agosto 1945: per questo, tramite il vicepresidente delle risorse umane Europa Bruno L. Müller, Mazda ha ricordato i momenti più significativi della devastazione e, in seguito, della ricostruzione. Una ricostruzione in cui Mazda ha svolto un ruolo importante e che ha influenzato i valori aziendali, come quello di porre l'essere umano al centro di tutto.

In Mazda, mettiamo le persone prima di tutto. Ma questa filosofia va al di là delle automobili e viene applicata in tutto ciò che facciamo, riflette l’impegno di Mazda come una organizzazione che fa la differenza. La storia di Hiroshima serve come monito costante che ci ricorda che dobbiamo mettere da parte le nostre differenze e lavorare insieme. In particolarmente oggi, dove la pace non può essere data per scontata. Dobbiamo perseverare. È nostro dovere.

L'utilizzo di armi nucleari – così come quelle biologiche – è ritenuto dai promotori della conferenza una soluzione inadeguata come risposta alle minacce del ventunesimo secolo come il terrorismo, la sicurezza della rete, il degrado ambientale e la povertà. Come ha spiegato il Prefetto del Dicastero, il cardinale Peter K. A. Turkson, rifacendosi alle priorità stabilite da Papa Francesco per promuovere la pace nel mondo, occorre

Utilizzare le risorse della creazione per lo sviluppo sostenibile e migliorare la qualità della vita di tutti, individui e paesi, senza discriminazioni.

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