
18 Gennaio 2019
Appena nata, ha già fatto discutere: la nuova C3, bella o brutta che sia, si gioca nel design il successo commerciale dell'intero brand Citroen, oggi alla ricerca di un'identità e un posizionamento di mercato a lungo rimasto indefinito.
Citroen è sempre più "Cactus": volenti o nolenti, sappiate che le Citroen a cui siamo stati abituati gli ultimi anni, fatte di cromature, dettagli estetici a volte eccessivi, sedili interni in cui sprofondare e assetto "alla francese" saranno solo un lontano ricordo.
Purtroppo, secondo quelli che amano un'auto confortevolissima ma poco incline alle prestazioni, per fortuna, secondo quelli che un'auto la comprano per il piacere di guidare.
Fatto sta che la nuova C3, almeno esteticamente, non eredita praticamente nulla dalle precedenti generazioni: né la forma a ovetto sbarazzino della prima, firmata dall'italiano Donato Coco, né tantomeno della seconda, seriosa, ben fatta ma un poco anonima.
La musa ispiratrice, in questo caso, è stata la sorella maggiore: quella C4 Cactus, un po' berlina, un po' monovolume, un po' SUV, un po' giocattolone che dal 2014 sta riscuotendo un inaspettato successo di vendite (un po' meno di critica, ma quello è un discorso a parte).
Divenuta famosa soprattutto per l'innovativo sistema di protezione della carrozzeria Airbump (una specie di sacca in plastica dura riempita di aria che ammortizza i piccoli urti da città, evitando o minimizzando il danno per la carrozzeria), è stata infatti spesso criticata per l'economia di alcune soluzioni, come la scarsa qualità degli interni, un assetto un po' troppo turistico e i finestrini posteriori a compasso, economici ma poco pratici.
Della Cactus la nuova C3 riprende solo il meglio, ovviamente: l'Airbump si fa più discreto ma allo stesso tempo originale, scendendo di qualche centimetro e guadagnando una particolare decorazione colorata, che fa pendant con altri dettagli dell'auto, come gli alloggiamenti dei fendinebbia, il tetto e le calotte degli specchietti retrovisori.
Davanti regna il family feeling inaugurato da C4 Cactus e C1, con i gruppi ottici divisi in tre livelli: sopra le luci diurne a LED (che sono collegate tra loro con una modanatura cromata che integra il Double Chevron), al centro i fari abbaglianti e anabbaglianti, in basso i fendinebbia. Al centro del paraurti frontale troviamo una presa d'aria rettangolare con bordi smussati, mentre la metà inferiore è completamente lasciata in plastica grezza. L'aspetto è però tutt'altro che cheap: piuttosto, viste le tendenze di oggi, molti la scambieranno per una piccola crossover.
La fiancata, Airbump a parte, è semplice e riprende quasi totalmente la finestratura della cugina Peugeot 208, solo che qui la linea di cintura rimane parallela alla strada, risalendo solamente in corrispondenza del montante C. Qui vi è un dettaglio a mio avviso discutibile: una linea grigia divide il tetto e la fiancata, con un risultato estetico che sarebbe stato migliore con un inserto tridimensionale piuttosto che semplicemente verniciato. Ma si tratta di gusti.
Il posteriore è invece ben realizzato e sembra finalmente riacquistare l'originalità che mancava alla precedente generazione, con dei gruppi ottici semplici ma realizzati con la tecnologia 3D LED che li rende subito moderni e accattivanti. Due appunti personali: il primo è che avrei preferito uno spoiler posteriore più accentuato, che mettesse in risalto ancora di più i volumi solidi e semplici di questa C3; il secondo è che il paraurti posteriore poteva essere arricchito con degli inserti, magari cromati o in rosso, poiché così mi sembra un po' vuoto. Ma il risultato è comunque piacevole.
All'interno una plancia molto semplice e pulita è arricchita da elementi giocosi, come le maniglie sulle portiere in tessuto cucito, le bocchette d'aerazione che riprendono il motivo grafico degli Airbump e un piacevole gioco di colori contrastanti. Bello il display touch da 7 pollici al centro della plancia (ma forse posizionato un po' troppo in basso), meno bella (anzi, scomoda!) l'assenza di tasti fisici per controllare il climatizzatore e le funzioni principali, sostituiti da discutibili comandi a sfioramento.
Inedito il volante, bicolore e tagliato nella parte inferiore (per aumentare lo spazio per le ginocchia) dotato di comandi utili per non distrarsi alla guida.
In sostanza la nuova C3 è un manifesto delle Citroen che verranno: un'auto semplice ma furba, priva di eccessi stilistici (ma questo non vuol dire che sia un'auto triste, anzi!), pensata per essere comoda ma non eccessivamente morbida, con una gamma motori semplificata e un'attenzione al budget, purché nelle parti che non si vedano.
Un esempio perfetto della strategia che, secondo Carlos Tavares (patron di PSA), contribuirà ad evitare la sovrapposizione con i prodotti analoghi della gamma Peugeot, lasciando l'esclusività premium "alla francese" al brand DS.
Sarà una soluzione azzeccata per aggredire un segmento B caratterizzato da margini ridottissimi? Secondo me assolutamente sì! Voi che ne pensate?
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