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FCA US: continuano le indagini sulle vendite

FCA sotto torchio negli USA, dove le autorità federali stanno investigando sulla presunta scorrettezza dei dati di vendita mensili che sono valsi all'azienda italo-americana 75 mesi di annunci di vendite in positivo. Dopo aver ufficializzato la presenza

FCA US: continuano le indagini sulle vendite
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 2 set 2016

FCA sotto torchio negli USA, dove le autorità federali stanno investigando sulla presunta scorrettezza dei dati di vendita mensili che sono valsi all’azienda italo-americana 75 mesi di annunci di vendite in positivo.

Dopo aver ufficializzato la presenza di dati discordanti all’interno delle dichiarazioni dei concessionari americani, FCA ha deciso di intervenire sulle modalità di raccolta dei dati di vendita mensili, modifcando una pratica applicata da oltre trent’anni, quando Fiat e Chrysler facevano parte di due mondi e due scuole di pensiero che nessuno mai avrebbe pensato si sarebbero unite.

Grazie a questo nuovo metodo di calcolo – che, secondo FCA, vuole essere uno strumento più trasparente per determinare il numero di contratti realmente stipulati ogni mese – i dati di vendita di FCA (a lungo pubblicizzati per i 75 mesi di crescita ininterrotta dal 2010) hanno subito delle importanti variazioni, che hanno portato a una crescita consecutiva di 41 mesi, una flessione a settembre 2013 (-3%), una ad agosto 2015 (-1%) e una a maggio 2016 (-7%). In assoluto flessioni di poco conto rispetto ai mesi di crescita, ma comunque una notevole differenza “mediatica" rispetto agli annunci trionfalistici degli scorsi mesi.

I federali stanno attualmente investigando anche per altri dettagli della questione: secondo quanto pubblicato su The Wall Street Journal, infatti, gli investigatori avrebbero trovato una specie di “frase in codice" che alcuni membri della dirigenza FCA avrebbero utilizzato, verso la fine di ogni mese, nel caso in cui le vendite fossero vicine al target del mese corrispondende dell’anno precedente.

Questa espressione, che viene identificata dalla testata americana con “il settore atti artificiali è aperto" sarebbe servita per “spingere" i concessionari a servirsi di mezzi inusuali per aumentare le vendite negli ultimi giorni del mese per riuscire a centrare il target (ossia non chiudere in negativo).

Quello che le autorità stanno cercando di chiarire è il limite – sottile, a dire la verità – tra la legalità o meno di questo mezzo per spingere i concessionari ad aumentare le proprie vendite in una maniera poco fisiologica. Secondo il sopracitato quotidiano, tra i metodi per incrementare le vendite dei concessionari ci sarebbero stati la vendita di alcune auto in perdita e l’acquisto di numerose vetture da destinare ai test drive.

Se fosse vero, si tratterebbe di un “gonfiaggio" dei dati di vendita mensili, uno dei dati di cui gli investitori tengono più conto quando devono decidere se puntare o no su una o su un’altra società.

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Ovviamente si tratta ancora di informazioni che non sono state confermate né dalle autorità né tantomeno da FCA, che potrebbe semplicemente aver adottato degli stratagemmi come pretesto per incentivare i propri concessionari a trovare nuovi e creativi mezzi per aumentare le proprie vendite. Pratica, quest’ultima, che non ha nulla di illecito.

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