Evoluzione GT, cosa sappiamo sull'erede della Delta
Che sia liberamente ispirata alla gloriosa Lancia Delta non è un mistero ma, come se questo non fosse abbastanza, c'è di più dietro al nome Evoluzione GT. Abbiamo parlato con Enrico Cerfeda, coordinatore tecnico del progetto Evoluzione GT, ecco cosa ci
Che sia liberamente ispirata alla gloriosa Lancia Delta non è un mistero ma, come se questo non fosse abbastanza, c’è di più dietro al nome Evoluzione GT. Abbiamo parlato con Enrico Cerfeda, coordinatore tecnico del progetto Evoluzione GT, ecco cosa ci ha raccontato.
Nata da DNA aerospaziale
L’Evoluzione GT è stata pensata come auto ad alte prestazioni ma fino a quando non è stato trovato l’investitore, l’imprenditore salentino Luigi Renna, nessuno si era preoccupato di come nella realtà potesse nascere un prodotto simile. Proprio Renna ha travasato la sua esperienza nel settore aerospaziale in questo progetto, che prevede l’uso di materiali compositi e all’avanguardia. In questo giocheranno un ruolo fondamentale le aziende della famiglia Renna Web Composite e RAV Aerospace, che tra gli altri, lavorano con Boeing, Aermacchi e AgustaWestland.
Solo per pochi
Arriverà, ma in edizione limitata e sarà speciale. Questo ci ha detto Enrico Cerfeda, coordinatore tecnico del progetto Evoluzione GT, e che per questo richiederà tanto tempo e lavoro in modo da non deludere le aspettative degli appassionati italiani e non solo. Se nel mondo dell’automobile di “divinità" ce ne sono tante, tra queste c’è sicuramente la Lancia Delta e mancare il colpo non è possibile…
Componenti di eccellenza
Come sempre più spesso abbiamo imparato a capire negli ultimi anni, la differenza nelle auto (soprattutto quelle sportive) la fanno le singole componenti. Per questo i tecnici del progetto Evoluzione GT si sono rivolti a nomi ben noti nella galassia dell’automotive: Brembo per i freni, Regazzon per l’impianto di scarico, Sparco, Continental per citarne alcune ma le aziende coinvolte sono moltissime. I cerchi ad esempio sono stati creati dalla Cinel di Treviso, specializzata nella lavorazione di cerchi in lega leggera dal pieno. Cerfeda ci ha spiegato poi che sarà usato un sistema brevettato dalla italiana HydroMoving che permette di immettere Ossidrogeno nella camera di scoppio per abbattere emissioni e consumi e mantenere le prestazioni inalterate.
Motore Fiat + sistema elettrico
Il motore usato sarà un 1.8 turbo di derivazione Fiat (attualmente il prototipo monta un 2.4 turbo cinque cilindri) in grado di generare 300 CV ai quali vanno aggiunti i due motori elettrici – uno per asse – da 100 CV l’uno. Se di matematica non siete forti, la quota totale fa 500 CV da scaricare a terra con l’uso della trazione integrale. L’interazione tra i sistemi a combustibile e quelli elettrici sarà garantito ovviamente da centraline dedicate mentre la capacità delle batterie e la loro disposizione non è ancora possibile saperlo.
Sotto quota 100 mila euro
Se attualmente comprare una Delta HF Integrale originale potrebbe costarvi un’occhio, questa non dovrebbe essere da meno. Vuoi per l’esclusività e per la qualità con cui i tecnici stanno cercando di costruire la Evoluzione GT. In ogni caso “il prezzo dovrebbe essere sotto i 100 mila euro" dice Cerfeda “stiamo facendo di tutto per arrivare a questo risultato". Noi siamo certi che, qualora il prodotto definitivo dovesse convincere critica e clienti, questi ultimi sarebbero disposti a pagare anche di più ma perché sia un’alternativa credibile ad altre sportive sul mercato bisogna renderla accessibile e raggiungibile. Inoltre si sta lavorando con carrozzieri specializzati per future edizioni speciali e limitate come una con colorazione Martini.
#MadeinSalento
“Vieni a ballare in Puglia" diceva Caparezza in una nota hit dell’estate 2008 invece quelli dell’Evoluzione GT in Puglia vogliono farci andare per correre. Oltre al coraggio di Luigi Renna in primis – e di tutti i tecnici che stanno lavorando al progetto – di aver creduto in un’idea da molti scartata a priori, si aggiunge anche il fatto che il luogo di sviluppo non è quello dei soliti noti poli automobilistici come il Piemonte o l’Emilia-Romagna ma piuttosto Brindisi, in Puglia. Si tratta quindi della prima auto creata in quella zona dello Stivale, ma che potrebbe diventare presto simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo dell’automobile.
L’entusiasmo mostrato dai fan durante i raduni, come quello dei mesi scorsi a Jesolo, ha in qualche ambito mostrato scetticismo ma a giudicare dall’impegno e dalla passione di chi ci lavora non dovrebbe stupire di vederla in strada molto presto. Quando? Ci hanno detto che il 2018 è la data ultima ma si sta premendo – sull’acceleratore ovviamente – per arrivare ben prima alla versione definitiva.