Tra telecamere e sensori, il declino dello specchietto
L'approvazione in Giappone delle telecamere al posto degli specchietti retrovisori apre nuovi scenari interessanti per quanto riguarda il design, ma anche tanti punti interrogativi. Assisteremo davvero alla fine degli specchietti? Ormai ce ne sono in
Ormai ce ne sono in tutte le salse: piccoli (ma non troppo), grandi, enormi, leggeri, pesanti, con o senza indicatore di direzione integrato, riscaldati, regolabili elettricamente, con telecamere e luci. Gli specchietti retrovisori sono diventati parte della nostra quotidianità e ci sembrano scontati, anche se la loro introduzione è relativamente giovane.
In Italia, per esempio solo dal primo gennaio del 1977 è obbligatorio dotare “tutti gli autoveicoli ed i veicoli con più di due ruote muniti di cabina" di uno specchietto retrovisore esterno posizionato sul lato conducente e di uno all’interno della vettura. Tante auto, per comodità e in previsione delle leggi future (che imposero l’obbligo di un ulteriore specchietto esterno sul lato sinistro), ne adottarono due di default, mentre alcune arrivarono fino a pochissimi anni fa ad essere vendute con il secondo specchietto come optional: è il caso della nostrana Fiat Panda, oppure di numerosi modelli Volkswagen venduti tra gli anni ’90 e i primi anni duemila, che erano dotati di uno specchietto più grande per la parte sinistra e di un piccolo specchietto ausiliario a destra.
Sembrano passate ere geologiche ma questo avveniva fino a 15-20 anni fa.
Dal 2010, normative di sicurezza sempre più stringenti hanno imposto una superficie “minima" per i vetri degli specchietti, che arrivarono a dimensioni imbarazzanti: chi si ricorda “l’evoluzione" degli specchietti delle vetture del gruppo Fiat in quegli anni, quando la Panda (sempre lei) dovette dotarsi di specchietti così grossi che sembravano delle orecchie?
In generale, poi, negli ultimi 15 anni si è assistito alla moda, per molti ancora inspiegabile, di integrare gli indicatori di direzione negli specchietti retrovisori: il risultato è stato un’aumento vertiginoso dei prezzi dei pezzi di ricambio (gli specchietti sono la parte più vulnerabile dell’auto, in quanto sporgenti), oltre che della complessità tecnica e del costo dello specchietto per la casa automobilistica.
Dal punto di vista estetico, poi, gli specchietti rappresentano a lungo un problema non da poco, perché un disegno “sbagliato" del componente può avere effetti negativi sull’aerodinamica del veicolo, sulla visibilità e sulla percezione estetica. Allo stesso tempo, però, oggi gli specchietti sono comodi perché ci permettono di posizionare al loro interno dei sensori per rilevare l’angolo cieco oppure le telecamere per la vista a 360 gradi, accessori utili per la sicurezza e per il comfort.
Da qualche anno, comunque, la soluzione agli specchietti retrovisori c’è e si chiamano telecamere: dopotutto è da vent’anni che le case ci propinano concept car bellissime senza antiestetici specchietti. Sarebbe anche ora di eliminarli, dato che guadagnare venti centimetri (o più) di ingombro in larghezza in meno non sarebbe male, no?
In Giappone ci hanno pensato e, lo scorso 7 luglio, è stato approvato dal Ministro dei Trasporti Maseru Miyashita l’utilizzo di telecamere esterne e schermi interni al posto dei tradizionali specchietti retrovisori: in un primo momento, tuttavia, i monitor e le telecamere dovranno essere posizionate dove oggi si trovano gli specchietti, per abituare gli automobilisti, evitando spiacevoli conseguenze dal punto di vista della sicurezza.
Ci si aspetta una mossa simile anche in Europa nei prossimi mesi, mentre negli USA sarà possibile vendere questo tipo di tecnologia a partire dal 2017.
Alcune case automobilistiche hanno già pronti una sorta di “antenati" di quelli che saranno i moderni specchi retrovisori, come quello messo a punto da Cadillac per le nuove XT5 e CT6: si tratta di una telecamera grandangolare in grado di mostrare, nello specchietto retrovisore interno, le immagini provenienti dal retro della vettura.
Tra i “pro" dei nuovi sistemi “digitali" vi è sicuramente quello di non occupare lo spazio degli specchietti (oggi più ingombranti che mai) e quindi di limitare i fruscii aerodinamici alle alte velocità e i consumi di carburante. Allo stesso tempo, però, sarà necessaria una manutenzione straordinaria per assicurarsi che gli obiettivi e i sensori siano sempre puliti e non ostruiti, pena l’impossibilità per la telecamera di riprodurre le immagini e il rischio di non poter più fare manovra in sicurezza.
Bisognerà vedere poi a che prezzi questi accessori saranno venduti e, soprattutto, quanto costeranno eventuali riparazioni (bisogna dire che, comunque, questo tipo di tecnologia dovrebbe rompersi di meno rispetto agli specchietti).
Quale sarà la soluzione più intuitiva? Schermi posti all’interno della portiera (come nell’immagine qui sopra), grande schermo nel sistema infotainment oppure uno specchietto retrovisore interno di grandi dimensioni? Solo il tempo ce lo dirà: siamo certi che, nei prossimi mesi, si moltiplicheranno i concept con questo tipo di tecnologia.