Cerca

Uno studio rivela: è il momento giusto per l'auto a idrogeno

Uno studio condotto da IHS Automotive rivela che questo potrebbe essere il momento giusto per il tanto agognato decollo delle vendite delle auto a idrogeno. Secondo uno studio pubblicato da IHS Automotive, le auto a idrogeno passeranno dagli attuali 3

Uno studio rivela: è il momento giusto per l'auto a idrogeno
Vai ai commenti
Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 5 mag 2016

Uno studio condotto da IHS Automotive rivela che questo potrebbe essere il momento giusto per il tanto agognato decollo delle vendite delle auto a idrogeno.

Secondo uno studio pubblicato da IHS Automotive, le auto a idrogeno passeranno dagli attuali 3 modelli ai 17 della prima parte della prossima decade, specialmente a causa delle normative sulle emissioni che, entro il 2021, saranno talmente stringenti da costringere i costruttori a convertirsi a motori alternativi.

I modelli attualmente in commercio (in alcuni mercati, come California e Giappone) sono Toyota Mirai, Hyundai ix35/Tucson e Honda Clarity. Entro il 2027, l’IHS sostiene che la produzione di veicoli a idrogeno raggiungerà i 70.000 esemplari, rappresentando comunque lo 0,1% della produzione mondiale complessiva. La stessa Toyota ha nei programmi futuri l’espansione verso il basso della gamma Mirai.

Perché allora il momento adatto per la loro diffusione è adesso? Secondo l’autore dello studio, Ben Scott, le vetture a celle a combustibile presentano alcuni vantaggi rispetto alle auto elettriche plug-in: in primo luogo consentono una maggiore autonomia, in secondo luogo i tempi di ricarica sono enormemente più piccoli, dato che il tempo di rifornimento di idrogeno è paragonabile a quello dei carburanti tradizionali.

Tuttavia bisogna considerare che le infrastrutture, al pari di vent’anni fa, quando si iniziò a parlare di idrogeno, sono davvero poche: attualmente sono circa 100 le stazioni di rifornimento di idrogeno in tutto il globo (di cui 16 negli USA), a causa principalmente dell’elevato costo di realizzazione, che superà abbondantemente i 3 milioni di dollari per stazione. Una cifra molto più alta rispetto alle stazioni di ricarica per le auto elettriche “tradizionali".

Allo stesso modo, anche la “produzione" dell’idrogeno ha costi attualmente molto elevati se prodotto con risorse rinnovabili, meno se proveniente da combustibili fossili.

Allora perché essere così ottimisti? Secondo Scott, la tecnologia delle batterie migliora di anno in anno, con pacchi sempre più economici e con prestazioni sempre migliori, ed è una questione di pochi anni prima che le elettriche tradizionali non recuperino i vantaggi dovuti a tempi di ricarica e autonomia. Per l’idrogeno, dunque, si tratta di un “ora o mai più": occorre che le infrastrutture vengano predisposte al più presto altrimenti, sempre secondo Scott, l’idrogeno rimarrà per sempre confinato a nicchia del settore auto.

Ti potrebbe interessare:
Commenti Regolamento