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...E un viaggio al Museo dell'auto Henry Ford a Detroit?

Detroit non è Hollywood. Non è Miami, non è un parco divertimenti e non è lo Yellowstone. Difficilmente vi troverete qui in Michigan se non siete amanti di pesca nei grandi laghi, o se non siete appassionati di auto. E anche in questi casi, forse,

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HDBlog
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Pubblicato il 16 gen 2013

Detroit non è Hollywood. Non è Miami, non è un parco divertimenti e non è lo Yellowstone. Difficilmente vi troverete qui in Michigan se non siete amanti di pesca nei grandi laghi, o se non siete appassionati di auto. E anche in questi casi, forse, punterete su altre mete. Sì perché Detroit è un bel posto solo per chi ci è nato, e soprattutto per chi ha deciso di non abbandonarla, come ha fatto il 50% della popolazione negli ultimi trent´anni. Colpa del mercato dell´auto in declino, sicuramente, ma oggi danno da pensare i grattacieli abbandonati dove una volta c´erano gli uffici a dare la vita a downtown, e dove oggi nemmeno il piano di recupero sembra funzionare a dovere.

Motown ha perso molto del suo fascino, ed è un peccato perché in quest´ottica soltanto pochi di voi faranno un salto al Museo dell’auto Henry Ford. Noi ci siamo stati per qualche ora grazie a Ford, che sulla scia del NAIAS (il Salone dell´Auto di Detroit, per capirci meglio) ha invitato qui giornalisti e blogger. Una serata così? Difficile da vivere accanto a delle automobili.

Qui non solo si celebra il marchio Ford, ma si ripercorre dalle prime macchine a vapore dell´800 la lunga vita delle quattro ruote. Certo, Ford è preponderante, ma non ci si accaparra la paternità dell´auto come invece è successo per altre cose (chiedete a un americano chi abbia inventato pizza e spaghetti, ne rivendicherà felice la nazionalità a stelle e strisce).

Si avvicina, invece, alle altre menti che smisero di sussurrare ai cavalli prima e ai produttori contemporanei poi, in un mix di emozioni che parla di storia dell´auto da centosessanta anni fa e più fino a oggi. Modelli che hanno fatto la storia come la Ford T, appunto, e altri successi del secolo scorso americano, come la Jeep, nata dall´aberrante Seconda Guerra Mondiale ma che divenne poi un simbolo degli Stati Uniti.

Impossibile non commuoversi davanti a tanto; bello rendersi conto come dopo la Seconda Guerra Mondiale ci fu un´impennata nelle vendite che consentì a tanti di poter comprare la prima automobile di famiglia. Da esempi improbabili ai limiti del design, alle sfreccianti vetture dei campionati automobilistici; dai caravan e le roulotte al Motorhome e al pullmino Volkswagen Westfalia.

C´è spazio per tutto, nel Museo Ford, anche per il Segway, un esempio di contemporaneità, oltre che di stile e funzionalità. Al NAIAS di quest´anno, in attesa di vedere i nuovi modelli abbiamo fatto un tuffo nel passato, e grazie alle cose viste possiamo capire un po´ di più quello che gira oggi per le strade.

Viene da chiedersi cosa ci sarà domani, e anche, con un pizzico di curiosità, sapere cosa troverà tra cent´anni chi entrerà in questo museo (a proposito, il biglietto costa 17 dollari…).

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