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2013: la carica delle auto low cost?

Uno dei mondi in continua evoluzione è sicuramente quello tecnologico e la tecnologia è diventata sempre più predominante anche nel settore dell'auto. Mentre da un lato i produttori propongono al mercato auto sempre più intelligenti e hi-tech, dall'altro

2013: la carica delle auto low cost?
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 2 gen 2013

Uno dei mondi in continua evoluzione è sicuramente quello tecnologico e la tecnologia è diventata sempre più predominante anche nel settore dell’auto. Mentre da un lato i produttori propongono al mercato auto sempre più intelligenti e hi-tech, dall’altro il mercato spinge i produttori a tornare alle origini.

Quattro ruote, un telaio sicuro e un motore economico sono le richieste proprie ormai sia dei mercati emergenti che di quelli già emersi tempo fa e ora in apnea come la stessa Italia e in generale il sud dell’Europa.

Proprio in seguito a questa spinta, quindi, sempre più brand iniziano a proporre nuove e numero auto low-cost. Alcuni, come Dacia ad esempio, si caratterizzano per l’offerta di un’intera gamma di modelli a basso costo. Altri, invece, iniziano a stringere alleanze per specifici modelli e altri ancora puntano a raggiungere il “record” al ribasso.

Volkswagen e Nissan sono solo gli ultimi aggiunti a una lista di brand che stanno lavorando in questa direzione, direzione che si è rivelata in questi anni ottima anche per gli utili e davvero redditizia.

Redditizia perché sviluppare un’auto low-cost non richiede ingenti investimenti come per i nuovi modelli e permette da un lato di riutilizzare vecchie infrastrutture e impianti di produzione già esistenti, dall’altro di riciclare modelli invenduti e progetti già in casa, come vecchi telai e motori.

Secondo gli analisti, addirittura, la sopravvivenza di molti produttori dipenderà nei prossimi due/tre anni dalla creazione di modelli low-cost. Le previsioni dicono che da qui al 2015 il mercato crescerà di 3.4 milioni e in questa crescita un ruolo importante sarà giocato dalle auto economiche, tra i 5000 e i 7000EUR.

I problemi, però, ci sono anche in questo caso. Se è relativamente semplice prendere un pianale con un paio d’anni sulle spalle, costruirci sopra un telaio, scegliere e mettere mano a un motore e aggiungere i pezzi mancanti, d’altro canto è rischioso per un paio di fattori. Il primo è la scelta del target: creare un modello per i mercati emergenti con il minimo indispensabile o uno per i mercati si in crisi ma con una coscienza già formata e esigenze alte su temi quali sicurezza, ecologia e risparmio su uso e manutenzione?

E poi, quanto incideranno le low-cost sul mercato dell’usato? Meglio una Dacia Lodgy nuova fiammante ma con sole 3 stelle EuroNCAP a causa proprio dei tagli o una Citroen C4 Picasso usata ma che alla stessa cifra offre una dotazione di accessori maggiore e – soprattutto – una sicurezza in più?

Domande a cui alcune risposte sono ovvie, altre tutte ancora da scoprire. I prossimi anni saranno comunque cruciali in questo settore; la rotta è ormai tracciata, resta solo di scoprire come sarà la navigazione…

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