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Russia, 500 aerei stranieri in "trappola" rischiano di non tornare mai più indietro

La Russia tiene in "ostaggio" circa 500 aerei di linea stranieri, bloccati dalle sanzioni e dalla situazione in evoluzione.

Russia, 500 aerei stranieri in "trappola" rischiano di non tornare mai più indietro
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Gabriele Arestivo
Gabriele Arestivo
Pubblicato il 7 mar 2022

Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina. Anche per il settore dell'aviazione civile non sembra esserci pace e il momento di tensione sembra peggiorare la situazione, in cielo come a terra. Le decisioni – senza precedenti – di bandire voli russi sopra l'Europa e viceversa, hanno creato uno stallo che preoccupa molto le società che affittano molti degli aerei di linea che fino a gennaio volavano dentro e fuori dal paese. Facciamo qualche conto insieme. 

Il Wall Street Journal riporta – seguendo le stime del data specialist di settore Cirium – un totale di 861 aerei di linea in servizio nel paese prima dell'invasione dell'Ucraina, di questi 515 sarebbero in leasing da società straniere che, adesso, devono agire per allinearsi con le sanzioni. L'Unione Europea ha dato loro tempo fino al 28 marzo per rescindere i contratti con le compagnie russe, ma sta di fatto che circa 471 aerei (secondo IBA, International Bureau of Aviation) si troverebbero sparsi in territorio russo e, date le restrizioni emesse anche dalle autorità locali, si troverebbero in "ostaggio". 

A soffrirne di più ovviamente le società di leasing, tra queste il più esposto sarebbe il colosso irlandese AerCap che conta ben 154 bloccati in Russia. Alcuni sono stati intercettati come in una vera e propria caccia a tutto campo: il WSJ riporta ad esempio di un Boeing 737-800 operato dalla compagnia low-cost di Aeroflot, Pobeda, intercettato dai proprietari all'aeroporto di Istanbul e bloccato prima che ripartisse grazie all'aiuto delle autorità locali. 

A parte questi (pochi) rocamboleschi recuperi restano centinaia gli aerei in possesso illegittimo delle compagnie russe, tanto che la società londinese di analisi Ishka ha quantificato il loro valore in circa 12 miliardi di dollari: si parla infatti di Boeing 737 e Airbus A320. Se da un lato il costo diretto delle sanzioni ricadrà nell'immediato sulle compagnie di leasing che hanno fatto affari fino adesso con la Russia, dall'altro si stringe sempre di più il cerchio attorno l'aviazione civile (e cargo) del paese.

I due principali costruttori, Boeing e Airbus hanno interrotto la collaborazione con le compagnie russe e non forniranno più assistenza tecnica e pezzi di ricambio; Sabre Corp (statunitense) e Amadeus IT (spagnola) non forniranno più il loro sistema di prenotazione per pubblico e agenzie di viaggio. L'Europa e il Regno Unito hanno poi dato istruzioni alle compagnie di assicurazioni di interrompere le coperture sulle compagnie russe. 

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