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I test in condizioni reali confermano l’elevata efficienza della ricarica wireless per le auto elettriche

I test condotti in Svizzera dimostrano che la ricarica induttiva non è più un esperimento.

I test in condizioni reali confermano l’elevata efficienza della ricarica wireless per le auto elettriche
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 31 dic 2025

La ricarica wireless dei veicoli elettrici è una delle evoluzioni più interessanti del settore automotive. Se per anni è stata considerata come una soluzione affascinante ma poco praticabile, le ricerche più recenti suggeriscono che questa tecnologia ha raggiunto un livello di efficienza che la paragona a quella della ricarica tradizionale.

I risultati dei test

L’idea di eliminare i cavi e ricaricare la propria auto semplicemente parcheggiandola su una superficie dedicata sembrava un’opportunità meravigliosa ma non realizzabile concretamente. I limiti tecnologici, in particolare l’efficienza energetica inferiore rispetto ai sistemi tradizionali via cavo, ne hanno rallentato la diffusione.

Oggi, grazie ai progressi nella ricerca applicata, quel limite è stato in gran parte superato. Secondo i dati forniti dal Laboratorio federale svizzero per la prova dei materiali e la ricerca (EMPA), la ricarica induttiva ha raggiunto un’efficienza del 90%, un risultato che avvicina questa tecnologia alle prestazioni della ricarica tradizionale. E soprattutto, si tratta di test effettuati in condizioni reali e non in laboratorio. I ricercatori hanno lavorato con veicoli veri, includendo disallineamenti, variazioni climatiche e situazioni di uso quotidiano, dimostrando che la perdita di efficienza rispetto ai cavi è ormai marginale.

Come funziona la ricarica wireless per i veicoli elettrici

Il principio della ricarica wireless prevede l’utilizzo di una bobina collocata a terra che trasmette energia a una seconda bobina installata nel veicolo, sfruttando un campo elettromagnetico. Quando le due componenti sono correttamente allineate, la ricarica si attiva automaticamente. Questo sistema elimina la necessità di collegamenti fisici, riduce l’usura meccanica, protegge i connettori da sporco o atti vandalici e semplifica l’uso per persone con disabilità motorie o difficoltà di deambulazione.

La ricarica via cavo, soprattutto nelle stazioni rapide, resta ancora migliore per potenza e velocità. Ma in città o nei contesti residenziali, dove le auto rimangono parcheggiate a lungo, la ricarica induttiva può rappresentare un’alternativa più comoda ed efficiente. Le perdite di energia residue, ormai contenute, risultano del tutto accettabili in cambio della semplicità operativa che questo sistema offre. Non è un caso che sia la nuova Porsche Cayenne Electric sia il prossimo Tesla Cybercab integrano questa tipologia di ricarica senza fili.

I campi di applicazione più promettenti sono quelli legati alla mobilità urbana e alle flotte. Autobus elettrici che si ricaricano automaticamente alle fermate, taxi che recuperano energia mentre attendono i clienti o veicoli da consegna che sfruttano le pause operative sono scenari già testati con successo. In questi casi, l’efficienza lievemente inferiore è compensata da un uso più razionale del tempo e da una logistica semplificata.

La ricerca si sta già spingendo oltre, con progetti che guardano alla cosiddetta ricarica dinamica, ovvero integrata direttamente nel manto stradale. Se questa visione dovesse concretizzarsi, sarà possibile ricaricare i veicoli in movimento su tratti selezionati e migliorando l’efficienza complessiva della rete di ricarica. Al momento si tratta di progetti sperimentali, ma così com’è avvenuto per la ricarica wireless “statica”, non è un’utopia pensare a una sua possibile applicazione reale.

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