Tesla, lunedì nero in borsa: stime delle vendite in calo
La settimana è iniziata nel peggiore dei modi per Tesla...

Lunedì nero per Wall Street tra dazi, incubo recessione e il crollo di Tesla. Le dichiarazioni del presidente Donald Trump che non ha escluso che gli Stati Uniti possano entrare in recessione hanno mandato in subbuglio il mercato ma si continua a guardare con molta attenzione Tesla che ha iniziato la settimana nei peggiori dei modi, arrivando a perdere fino al 15%. Vendite molto pesanti sulla casa automobilistica americana il cui numero uno è al centro di molte polemiche da quando è entrato ufficialmente in politica. Anche le Big Tech sono comunque sotto pressione. Il timore è che i dazi di Trump possano portare alla paralisi l'economica americana.
OCCHI SU TESLA
Il crollo di lunedì segue ad un periodo negativo con le quotazioni dell'azienda di Elon Musk in costante calo. Dopo un boom dovuto all'elezione di Trump con le speranze che la stretta relazione con il nuovo Presidente avrebbe potuto aiutare le attività delle sue aziende, il vento è cambiato. Gli analisti, in particolare, hanno messo sotto osservazione le vendite della casa automobilistica in flessione nei primi due mesi dell'anno anche se va detto che i motivi non sono solamente politici (c'è stato il debutto della nuova Model Y). In ogni caso, UBS ha tagliato le sue previsioni per le consegne del primo trimestre della casa automobilistica e questa decisione ha contribuito al crollo azionario della giornata di ieri.
L'Elon Musk politico non piace per le sue dichiarazioni e attività. La cronaca degli ultimi giorni parla abbastanza chiaro e non sono mancate proteste contro il suo operato che si riflettono pure sulle vendite dell'azienda.
CINA, EUROPA, LA CONCORRENZA E LA NUOVA MODEL Y
Il tutto poi si inserisce in un contesto complesso. I numeri di mercato dei primi due mesi sono chiari e negli ultimi giorni è arrivata pure la notizia del nuovo importante calo delle vendite in Cina. A febbraio, sono stati venduti 30.688 veicoli prodotti a Shanghai, di cui 3.911 destinati all'esportazione. Ciò significa che il produttore statunitense di veicoli elettrici ha venduto 26.777 auto sul mercato interno cinese a febbraio, in calo dell'11,16% rispetto alle 30.141 dello stesso mese dell'anno scorso e del 20,55% rispetto alle 33.703 di gennaio 2025. Il tutto poi avviene in un momento in cui BYD continua a portare avanti la sua aggressiva strategica di crescita che continua a farle guadagnare quote di mercato nel Paese. Calo in Cina che è guardato con molta attenzione dagli analisti che temono possa essere sistematico vista anche la sempre maggiore concorrenza delle case automobilistiche del Paese.
Il problema delle vendite in questi primi due mesi del 2025 non riguarda solamente la Cina ma pure il Vecchio Continente. In alcuni Paesi, in particolare, sono state registrate forti flessioni.
IL PESO DEL RESTYLING DELLA MODEL Y
Da una parte le proteste contro Elon Musk hanno sicuramente avuto un certo peso nella frenata delle vendite in questo inizio del 2025. Tuttavia, l'arrivo del restyling della Model Y ha ulteriormente contribuito a frenare le vendite della casa automobilistica. Ricordiamo che il nuovo modello era stato presentato in Cina all'inizio di gennaio per poi arrivare in Europa poche settimane dopo. Modello molto atteso di cui in Cina pare che gli ordini siano andati bene. Le consegne, però, sono appena partite e l'impatto sui numeri complessivi si vedrà solamente tra un po'.
Lo scenario è comunque complesso e risalire non sarà semplice. Vedremo quello che succederà nelle prossime settimane.