Porsche 356, dal restauro uno speciale esemplare unico del 1958
Si tratta di uno degli otto esemplari della 356 A Coupé destinati ad accogliere con accessori e soluzioni tecniche all’avanguardia per l’epoca.

Solitamente quando parliamo di restauri, lo facciamo per raccontare elaborazioni moderne o progetti che prevedono reinterpretazioni di auto d’epoca in chiave contemporanea. Nel caso di questa Porsche 356 A Coupé del 1958, invece, la storia ha seguito un corso opposto, orientato al recupero meticoloso della versione originale.
Questo esemplare del 1958, infatti, è rimasto sconosciuto per decenni e solamente il lavoro di restauro che il proprietario, Henk Spin, ha iniziato dopo l’acquisto ha permesso di riportare in vita. Un progetto particolarmente affascinante che ha coinvolto Porsche stessa e che ha richiesto dieci anni e oltre tremila ore di lavoro.
La storia di questa Porsche 356 A Coupé del 1958
Henk Spin ha acquistato la Porsche 356 A Coupé del 1958 con l’intenzione, come tanti, di restaurarla. Una volta iniziati i lavori ha però notato diversi elementi insoliti. Alcuni dettagli, materiali e componenti, infatti, risultavano fuori specifica, sollevando dubbi sull’effettiva origine del veicolo.
A quel punto Spin è andato direttamente a Stoccarda presso l’archivio ufficiale Porsche per approfondire la documentazione storica dell’auto. Fu lì che, grazie alla decifrazione di una nota stenografica firmata da Reutter, è emerso il nome di Reinhard Schmidt. Gli esperti dell’archivio hanno confermato la natura eccezionale del veicolo, identificandolo come uno degli otto esemplari costruiti su richiesta di Schmidt tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Figura poco conosciuta al grande pubblico ma ben nota all’interno dell’ambiente tecnico dell’epoca, Reinhard Schmidt lavorava per il fornitore ATE ed era direttamente coinvolto nelle attività di test con Porsche e Volkswagen. Le sue vetture, dotate di modifiche fuori catalogo e soluzioni tecniche avanzate, anticipavano caratteristiche che sarebbero state adottate solo anni dopo nella produzione di serie.
Le peculiarità del progetto
Quella che sembrava una 356 come tante era in realtà un esemplare unico, una sorta di laboratorio su ruote, dotato di soluzioni avanzate per l’epoca, molte delle quali sarebbero state adottate solo anni dopo dalla produzione di serie. Il motore era il 1600 Super da 75 CV, in grado di portare la vettura a 170 km/h. Ma la vera novità era l’equipaggiamento con un telefono veicolare senza fili che Porsche descriveva nella sua rivista ufficiale come una curiosità tecnologica per l’epoca. Un accessorio che costava metà del prezzo dell’auto. La dotazione comprendeva anche strumenti non convenzionali come le luci supplementari, una radio Blaupunkt, interruttori a levetta, un orologio Junghans, una pompa elettrica per il tergicristallo e anche una targa rossa replica della versione da collaudo, completa della scritta “Versuchswagen 145”.
Il restauro della Porsche 356 A Coupé del 1958 ha permesso di riportare alla configurazione descritta nel certificato di consegna originale del gennaio 1958. Oggi la Porsche 356 A Coupé del 1958 appare fedele alla versione originale di quasi settant’anni fa con la vernice Porcelain White, i rivestimenti interni in pelle bianca e Acella Red, la moquette beige, i pulsanti chiari e le rifiniture cromatiche. Anche i componenti più introvabili, come il telefono, il tachimetro Carrera e la cassetta degli attrezzi sotto il sedile passeggero, sono stati recuperati o replicati con cura assoluta.