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Audi A1 Sportback 1.6 TDI: Il test drive di HDmagazine

Mi sono messo alla guida di una Audi A1 Sportback 1.6 Turbo Diesel 90 cavalli. Non pensavo di starci, e invece ci sono stato bello comodo, con il passeggero posteriore che dietro di me non si è messo a chiamare la polizia o il Telefono Azzurro per

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Pubblicato il 5 set 2012

Mi sono messo alla guida di una Audi A1 Sportback 1.6 Turbo Diesel 90 cavalli. Non pensavo di starci, e invece ci sono stato bello comodo, con il passeggero posteriore che dietro di me non si è messo a chiamare la polizia o il Telefono Azzurro per lamentare maltrattamenti alle sue gambe. Essendo alto quasi due metri, e non certo filiforme, è stata una prima bella sfida superata da questa piccola di casa Audi, costruita sul pianale della Volkswagen Polo e dedicata a giovani, donne, ma anche a chi non vuole scendere a compromessi di marchio e mettersi in garage un’Audi.

Audi A1è lunga poco meno di quattro metri, larga uno e settantacinque, alta poco più di un metro e quaranta. Dentro, come detto, non si sta male nemmeno se si è altissimi, con l’unico scotto da pagare nella posizione dei comandi elettrici dei finestrini, troppo arretrati rispetto alla lunghezza del nostro braccio sinistro. A soccorrerci è allora la climatizzazione, naturalmente di serie su questa versione Ambition, che raffredda (o riscalda) l’ambiente in poco meno di tre minuti. Combattere il caldo durante questa estate non è certo stato difficile.

La guardi da fuori, questa Audi A1, e ti chiedi dove sarà meglio usarla: nel traffico, dove le misure small la renderanno maneggevole e pratica? O in autostrada, dove morderà l’asfalto con i 182 chilometri di velocità massima dichiarati, e la coppia da 230 Nm? La risposta è semplice: in entrambi i casi. In città l’unico neo sta infatti nella visibilità posteriore, troppo limitata dallo specchio interno di scarsa superficie. Poco male, perché gli specchietti retrovisori sono invece sufficientemente grandi (e in tinta con la carrozzeria), e anche perché i sensori del parcheggio disponibili ci rendono la vita semplice.

La linea è interessante, e soprattutto non scontata. Sul posteriore, la carrozzeria di Audi A1 è spiovente, mentre il frontale ha il solito carattere tipico delle vetture del marchio. In generale, abbiamo la riproduzione in miniatura di tutto il meglio di Audi. A stupire sono soprattutto i gruppi ottici anteriori, che beneficiano di tanta cattiveria, capace addirittura di aumentare in caso di preferenza per lo xeno.

Maneggevole, dicevamo. Audi A1 offre uno sterzo molto morbido, che dà sensazioni di scatto e immediatezza quando le condizioni si avvicinano al limite. In più, il cambio magari avrà una leva un filo troppo lunga, ma offre scalate secche, innesti rapidi, e nessuna possibilità di errore. Sulla nostra motorizzazione, che offre 90 cavalli più che sufficienti per fare da sfondo a una guida briosa e divertente, le marce sono cinque, e si distribuiscono senza difficoltà con i consumi che scendono quando la regolarità entra a far parte del nostro modo di guidare.

In autostrada, specialmente (e qui passiamo alla seconda modalità di utilizzo), Audi A1 si cala nella parte facendo crollare il dispendio di gasolio. Su un viaggio da 180 chilometri, passato metà sul dritto (Milano-Serravalle) e metà sui tornanti (Busalla-Versilia), abbiamo consumato una media di 5.4 litri per cento chilometri percorsi, vale a dire 18.5 chilometri per litro di carburante. Davvero niente male, con il dispendio che sale fino a circa 8 litri per cento chilometri quando schiacciamo l’acceleratore in città per scartare scooter e camioncini degli spedizionieri.

La scommessa delle cinque porte su questa Sportback è presto vinta, anche se i posti scendono a quattro su questa Audi A1. Se potete, mandate i passeggeri più alti di un metro e settantacinque davanti, perché dietro rischieranno di toccare il tettuccio con la testa. Il baule garantisce l’opportunità di caricare alcuni bagagli, tanti da superare illesi un fine settimana al mare o in montagna. Certo, se viaggiate in due potrete sempre abbattere i sedili posteriori, e di conseguenza stare via anche più di un weekend). Il feeling di guida ci regala una accelerazione di poco superiore agli undici secondi per raggiungere i cento chilometri all’ora.

Non ci butteremmo sul 105 cavalli nemmeno se ce lo regalassero, perché qui si ha il giusto compromesso tra prestazioni e consumi. Dentro Audi A1 si è davvero in una vettura di classe superiore, a dimostrazione che le dimensioni non contano. Le rifiniture, gli interni, i materiali sono di grande pregio, e si supera anche quel senso di povertà che affligge qualche vettura tedesca nei primi giorni di contatto. In realtà, su questa versione abbiamo anche un optional molto gradito, il navigatore satellitare da circa 3.000 euro, in cui le indicazioni passano anche sul nostro display dietro il volante (pittogrammi).

L’infotainment è pregiato quanto il marchio suggerirebbe, anche se su questa Audi A1 non ci è piaciuta la necessità di dover comprare il cavo proprietario per collegare il nostro smartphone. Gli pneumatici da 16 pollici, in compenso, garantiscono una buona tenuta di strada che all’interno si traduce nell’assenza pressoché totale di rollio e beccheggio. Rimane da verificare la destinazione di utilizzo: un giovane neo-patentato con i genitori amanti di Audi? La mamma che ha bisogno di una vettura pratica senza rinunciare a un marchio importante? O un trentacinquenne che non ha ancora deciso se mettere su famiglia o perdersi per il mondo (cit.)?

A voi la risposta. Noi a Milano abbiamo visto in giro parecchie Audi A1, con alla guida persone di varia estrazione e tipo. Certo, un’occhiata non basta a dare risposte e pareri definitivi… Ma il successo c’è. Al pari della qualità.

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