Due Porsche 911 S/T, un solo numero: l’errore diventa una storia
Un errore di numerazione, due 911 S/T uniche e una risposta esemplare: così Porsche trasforma un imprevisto in storia, memoria e cultura artigianale.
A volte l’eccellenza artigianale si manifesta nei dettagli più piccoli. E quando proprio un dettaglio va storto, può nascere una storia capace di entrare nella memoria di un marchio. È quanto accaduto con due Porsche 911 S/T che, per un errore umano, hanno condiviso lo stesso numero di edizione limitata. Un evento imprevisto che Porsche ha trasformato in un gesto di responsabilità.
La storia? Ve la raccontiamo. Per celebrare i 60 anni della sua sportiva più iconica, Porsche ha realizzato la 911 S/T. Un modello celebrativo prodotto in soli 1.963 esemplari. Le ultime vetture sono attualmente in consegna. Come previsto per questo tipo di serie speciale, ciascun esemplare riporta sul cruscotto, lato passeggero, una targhetta con il numero personale di edizione limitata. Proprio qui si è verificato l’errore. Il numero 1724 è stato assegnato due volte. Ebbeene sì. Finendo sia sulla 911 S/T consegnata a Pedro Solís Klussmann, in Guatemala, sia su quella destinata a Suzan Taher, che guida la sua auto dall’altra parte del mondo.
L’equivoco è nato durante il processo manuale di ordinazione del badge personalizzato, una fase che richiede un elevato livello di intervento umano. “La produzione di questi dettagli comporta molto lavoro manuale altamente specializzato, e dove c’è l’uomo possono verificarsi errori“, spiega Karl-Heinz Volz, Direttore di Sonderwunsch in Porsche. “La cosa fondamentale è come si reagisce. Per noi era essenziale scusarci in modo adeguato con i clienti e correggere l’errore“.
Un incontro speciale a Zuffenhausen
Per Pedro Solís Klussmann, Presidente del Porsche Club Guatemala, il numero 1724 non era una scelta casuale: il 17 accomuna le date di nascita di sua madre, sua nonna e la sua, mentre il 24 richiama il compleanno del padre. Diverso il caso di Suzan Taher, la cui vettura avrebbe dovuto riportare il numero 1742, privo di un significato personale. Una volta individuato l’errore, Porsche ha deciso di invitare entrambi i clienti a Zuffenhausen per una giornata speciale.
Lì, l’azienda ha voluto celebrare la “doppia rarità” delle loro 911 S/T consegnando a entrambi una fotografia delle due vetture con i numeri corretti e un elegante cofanetto contenente campioni dei rispettivi colori interni ed esterni. A suggellare ufficialmente l’episodio come parte della storia aziendale, la targhetta installata erroneamente è stata consegnata a Frank Jung, responsabile dell’archivio Porsche, catalogata e conservata alla presenza dei due proprietari.
Due auto, due visioni
Al di là di questo breve intermezzo condiviso, le due 911 S/T sono profondamente diverse tra loro e rappresentano esempi emblematici delle possibilità di personalizzazione offerte da Porsche. Pedro Solís Klussmann ha scelto il pacchetto Heritage Design della gamma Exclusive Manufaktur, abbinato al colore esterno Shore Blue Metallic. All’interno spiccano i pannelli centrali dei sedili in tessuto Classic Cognac con sottili righe nere, un chiaro richiamo storico, mentre la dotazione tecnica comprende anche un roll bar in fibra di carbonio.
La 911 S/T di Suzan Taher, invece, è rifinita nel colore Paint to Sample Plus Rose Red. Questa tonalità, nota negli anni Settanta come “Fraise”, comparve su modelli leggendari come la Carrera RS 2.7 e la 911 Carrera RSR 3.0, protagonista dell’International Race of Champion (IROC) nel 1974. Dopo essere stata valutata e applicata a questo esemplare speciale, la tinta entrerà ufficialmente nel programma Paint to Sample a partire dall’anno modello 2026. Anche gli interni sono stati ampiamente personalizzati dagli specialisti Sonderwunsch, con numerose superfici rivestite in pelle Guards Red.
La filosofia della 911 S/T
La 911 S/T nasce nei centri di sviluppo di Weissach come una celebrazione autentica del piacere di guida. È una sportiva purista, pensata per esaltare agilità e dinamica. Sotto il cofano trova posto un motore boxer aspirato a sei cilindri da quattro litri, capace di erogare 386 kW (525 CV). Il tutto abbinato a un cambio manuale a rapporti ravvicinati. Il progetto segue una filosofia di alleggerimento sistematico, curata fin nel minimo dettaglio, e un assetto del telaio ottimizzato per la massima precisione di guida.
Il nome S/T non è casuale. Richiama una versione particolarmente sportiva della prima generazione della 911. A partire dal 1969, infatti, Porsche offrì la 911 S in una variante da competizione conosciuta internamente come 911 ST. Con la 911 S/T moderna, quel DNA ritorna, arricchito da una storia che dimostra come, anche da un errore, possa nascere un racconto di valore.