
27 Aprile 2020
Lamborghini ha deciso di chiudere sino al prossimo 25 marzo. Il costruttore ha comunicato la sua volontà di intensificare le misure per contrastare la diffusione della pandemia del Coronavirus che sta colpendo duramente l'Italia e causando, purtroppo, molti morti. Per questo è stato deciso di chiudere lo stabilimento di Sant’Agata Bolognese fino al 25 marzo. Un'azione di responsabilità nei confronti dei dipendenti e della situazione molto critica che sta vivendo il Paese.
Commenta, infatti, Stefano Domenicali, Chairman e CEO di Automobili Lamborghini:
Questa misura è un atto di responsabilità sociale e di grande sensibilità nei confronti delle nostre persone per la situazione di emergenza, che stiamo vivendo in Italia in questi giorni e che si sta sviluppando anche all’estero. Come già fatto finora, continuiamo a monitorare la situazione per reagire in maniera rapida ed efficace col supporto dei nostri collaboratori e per poter ripartire con energia nel momento giusto.
Anche la Ferrari ha deciso di attuare nuove misure di sicurezza. In una nota stampa è stato comunicato che presenza dei lavoratori negli stabilimenti di Maranello e Modena è stata ridotta al minimo, mentre la restante parte dei dipendenti lavorerà da remoto, utilizzando lo strumento dello smart working (Qui la guida).
La continuità della produzione si fonda sulla continuità della catena di fornitura in un contesto estremamente mutevole che, tuttavia, fino a ora non ha comportato delle problematiche per gli impianti produttivi di Ferrari. Ferrari continuerà a valutare l’equilibrio più corretto fra il benessere dei lavoratori, che ha sempre la priorità, e i bisogni dei partner e dei clienti.
La situazione è comunque molto fluida e tutto dipenderà da come evolverà il contagio in Italia e dalle eventuali nuove restrizioni che il Governo deciderà di porre in essere. Lamborghini e Ferrari non sono comunque le uniche realtà in Italia del mondo dell'auto a prendere alcune decisioni importanti. FCA, per esempio, aveva già fatto sapere che avrebbe chiuso temporaneamente alcuni impianti.
Ma tutto il settore produttivo dell'auto e non solo è in "agitazione". Operai e sigle sindacali chiedono maggiori garanzie di sicurezza per chi deve continuare a lavorare in questi giorni difficili per evitare che le fabbriche e gli uffici possano diventare possibili fonti di contagio.
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