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Imparato: rispettare i target UE per il 2030 e 2035 significa far crollare il mercato

Jean-Philippe Imparato chiede un cambio di rotta sui limiti alle emissioni.

Imparato: rispettare i target UE per il 2030 e 2035 significa far crollare il mercato
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Daniele Di Geronimo
Daniele Di Geronimo
Pubblicato il 8 set 2025

Per il settore automotive europeo queste sono settimane particolarmente intense. Il 12 settembre è previsto un nuovo confronto tra i vertici dell’industria automobilistica e la Commissione Europea e fino al 29 settembre è possibile partecipare alla consultazione pubblica per raccogliere le opinioni e le proposte sulle normative sulle emissioni. Nel frattempo i responsabili dell’industria auto stanno facendo sentire la loro voce prima con la lettera alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e poi con le parole del CEO di BMW. A queste si aggiunge ora quanto dichiarato da Jean-Philippe Imparato, capo della divisione Enlarged Europe & European Brands di Stellantis, che dal Salone di Monaco lancia l’allarme secondo cui gli obiettivi fissati per il 2030 e il 2035 in materia di riduzione delle emissioni di CO2 sono semplicemente irrealizzabili senza causare un grave collasso del mercato e senza compromettere la tenuta economica dei costruttori.

Le parole di Imparato

Secondo il dirigente non si può più temporeggiare. Serve un cambio di rotta immediato, altrimenti il rischio è quello di arrivare a un disastro annunciato. Stellantis non adotta più una posizione attendista, ma prende una linea netta e senza ambiguità. Parallelamente, a Roma l’amministratore delegato Antonio Filosa si confronta con il ministro dell’Impresa e del Made in Italy Adolfo Urso per discutere su come rilanciare il mercato europeo e la produzione nazionale, che non è ancora tornata ai livelli precedenti alla pandemia.

Tra i punti critici sollevati da Imparato emerge con forza la questione dei veicoli commerciali leggeri. Il dirigente prende come esempio il Fiat Ducato elettrico, che oggi supera i 50.000€ di listino e, a suo giudizio, non può essere proposto a quel prezzo in un mercato che non è pronto ad assorbirlo. In questo contesto, Stellantis propone una revisione delle regole, suggerendo di introdurre un sistema basato su una media nel calcolo delle emissioni, capace di riequilibrare le pressioni normative sui singoli modelli.

A preoccupare ulteriormente è il progressivo abbandono del segmento A, quello delle utilitarie accessibili. Imparato ricorda che nel 2019 esistevano 49 modelli disponibili a meno di 15.000€, mentre oggi ne rimane uno soltanto. Una riduzione che testimonia come la spinta verso l’alto dei listini stia compromettendo l’accessibilità per le famiglie. Il mercato dell’auto rischia di diventare sempre più elitario, lontano dalle esigenze quotidiane di milioni di cittadini.

Proprio alla luce di queste dinamiche, Stellantis sta rivedendo la propria strategia industriale. L’ambizioso obiettivo fissato dall’ex amministratore delegato Carlos Tavares, che prevedeva una gamma completamente elettrica entro il 2030, viene di fatto accantonato. Imparato chiarisce che molti contenuti del piano Dare Forward restano validi, ma alcuni elementi dovranno necessariamente essere aggiornati per rispondere a un mercato in rapida evoluzione. Da qui nasce l’esigenza di una nuova visione strategica, che l’attuale CEO Antonio Filosa sarà chiamato a delineare con chiarezza nei prossimi mesi. Mentre il 2035 si avvicina e con esso la scadenza simbolica per la fine del motore endotermico, il settore chiede maggiore realismo e flessibilità. Saranno cruciali i prossimi appuntamenti per capire se e come l’UE e le case automobilistiche europee riusciranno a trovare una soluzione a una situazione ormai particolarmente spinosa.

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