Aerei: basta cambiare altitudine per evitare le scie (chimiche) e l'effetto serra
Uno studio ha dimostrato come piccoli cambiamenti di altezza dei voli di linea potrebbero ridurre l'impatto ambientale dell'aviazione sensibilmente
Uno dei temi preferiti dei complottisti di tutto il mondo restano le cosiddette "scie chimiche", ovvero quegli accumuli che restano sospesi in aria dopo il passaggio di aerei di linea in quota che, secondo alcuni, conterrebbero agenti chimici o biologici rilasciate appositamente dagli stessi velivoli. Poco chiari i motivi di una tale "irrorazione" dall'alto, la cosa preoccupante è che questa fake news è stata in grado di permeare così tanto che si è perfino arrivati ad interrogazioni parlamentari anche nel nostro paese.
Ma un fondo di verità c'è: secondo uno studio dell'Imperial College di Londra realizzato sui cieli del Giappone, infatti, eliminando le scie di condensazione si ridurrebbe l'impatto ambientale creato dall'aviazione addirittura del 59 percento. Per farlo basterebbe variare semplicemente altitudine di qualche centinaio di metri, evitando quindi quei sottili strati umidi di atmosfera dove il vapore acqueo condensano attorno a piccole particelle di polvere (o residui dei gas di scarico) e poi ghiacciano.
Il problema legato alle scie di condensazione è il caro e vecchio effetto serra: se da un lato riflettono i raggi solari, esattamente come le nuvole, dall'altro intrappolano il calore in risalita e contribuiscono al riscaldamento della parte di atmosfera sottostante. A differenza delle emissioni di CO2, che avvengono comunque attraverso tutti gli aeroplani di linea, le scie di condensazione hanno vita breve e non possono resistere oltre le 18 ore. Trovando quindi un percorso che eviti la loro formazione ce ne potremmo liberare per sempre da un giorno all'altro.
Lo studio ha anche evidenziato come sia un ristretto numero di voli a creare le scie di condensazione, possibili generalmente tra i 7,5 km e i 18,7 km di altezza, dove non arrivano ad esempio tutti i velivoli a turboelica che difficilmente eccedono i 7,6 km in altitudine.
Cambiare altitudine o variare leggermente il percorso implica tuttavia un aumento dei consumi ma, tramite le dovute simulazioni fatte sullo spazio aereo giapponese, il team di studiosi ha calcolato un incremento inferiore allo 0,1%, quindi non determinante anche sul fronte CO2.
Tuttavia non esiste una strada precisa che eviti gli strati umidi che portano alla formazione delle scie di condensazione, per questo motivo gli aeromobili dovrebbero dotarsi di strumentazione capace di rilevare l'umidità e creare così un modello da trasmettere a terra, lasciando che i centri di controllo aereo impartiscano le istruzioni migliori al volo. Ipotesi ancora provate solo in laboratorio, ma molto presto si potrebbero avere dei riscontri più reali dal momento che il team di ricercatori sta discutendo con gli enti che controllano il traffico aereo.
Chissà che un piccolo cambiamento possa portare anche qualche inatteso beneficio, ma poi cosa farebbero i complottisti se le scie "chimiche" sparissero?