Crisi dei chip, elettrificazione e dazi: adesso la crisi delle terre rare. Che rischi ci sono?
Difficoltà e conseguenze per la stretta della Cina sulle esportazioni delle terre rare

Negli ultimi anni l’industria automotive ha dovuto affrontare diverse difficoltà. Magari oggi sembra un ricordo lontano ma in realtà fino a non troppo tempo fa le case automobilistiche hanno dovuto lottare con il problema della crisi dei chip che ha avuto delle pesanti conseguenze per il settore. Poi sono arrivate l’elettrificazione, la concorrenza della Cina e i recenti dazi di Trump sulle auto. Questi sono solo alcuni degli ulteriori esempi delle problematiche che il settore sta affrontando. Come se non bastasse, adesso ne è arrivata una nuova: la crisi delle terre rare. La situazione è molto delicata e potrebbe avere delle precise conseguenze per tutta l’industria auto, dai fornitori alle case automobilistiche.
LA STRETTA SULLE TERRE RARE DELLA CINA
La Cina ha deciso di mettere una stretta sulle esportazioni delle terre rare che sta creando problemi a 360 gradi. Del resto, lo sappiamo molto bene, questo Paese ha il controllo sulla maggior parte delle forniture delle terre rare e quindi se decide di rendere più difficile l’approvvigionamento, le conseguenze possono essere davvero molto pesanti. Questa mossa sottolinea il predominio della Cina nel settore minerario più importante ed è vista dal Governo cinese come un’arma a suo favore nella sua guerra commerciale in corso con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Le case automobilistiche e i loro fornitori stanno affrontando carenze a causa delle restrizioni sulle esportazioni cinesi di terre rare, minerali e magneti, un problema che ha costretto alcune aziende ad interrompere la produzione di determinati prodotti/modelli. Ne abbiamo parlato proprio ieri, pare infatti che Suzuki abbiamo dovuto mettere in pausa la produzione della Swift in Giappone per alcuni giorni proprio per tale motivo.
Le terre rare, ricordiamo, sono fondamentali per costruire i magneti utilizzati nei motori elettrici ma vengono pure utilizzate per realizzare altre componenti delle vetture. Insomma, servono e la stretta sulle forniture voluta dalla Cina è chiaro che possa rappresentare un bel problema.
I PRIMI EFFETTI
Di Suzuki abbiamo detto. C’è poi Mercedes che per quanto in questo momento si trovi in una situazione di tranquillità, ha comunque fatto sapere di stare monitorando da vicino l’evoluzione di questa situazione per poter eventualmente valutare modalità per telarsi. BMW ha invece dichiarato mercoledì che parte della sua rete di fornitori è stata colpita dalle restrizioni all’esportazione imposte dalla Cina. Diversi stabilimenti e linee di produzione di fornitori europei di componenti per automobili sono stati chiusi a causa della carenza di terre rare, ha dichiarato il 4 giugno l’associazione europea dei fornitori di componenti per automobili CLEPA.
A maggio, Ford ha dovuto sospendere la produzione del SUV Explorer nel suo stabilimento americano per una settimana proprio a causa dei problemi con le terre rare. Il produttore di componenti per auto Bosch ha affermato che i colli di bottiglia nell’approvvigionamento di terre rare stavano influenzando i suoi fornitori. Questi sono solamente alcuni esempi di quello che sta accadendo a seguito della decisione della Cina e che evidenziano ancora una volta la dipendenza da questo Paese per le catene d’approvvigionamento. Proprio per questo l’Unione Europea sta lavorando per arrivare a disporre di fonti d’approvvigionamento maggiormente sicure e che garantiscano più indipendenza. Ci vorrà comunque del tempo.
[Fonte]