Citroen Dyane: storia della francese che piace agli italiani
Ripercorriamo la storia della Citroen Dyane, compatta francese entrata diventata un'icona senza tempo anche nel nostro mercato.
La storia dell'automobile è stata segnata decennio dopo decennio da alcuni modelli che possiamo definire senza alcun dubbio iconici. La nostrana Fiat 500, il tedesco Volkswagen Maggiolino (nome originale Volkswagen Typ 1) e la francese Citroen Dyane sono solo alcune delle vetture più emblematiche tra quelle che hanno popolato le strade di tutta Europa. La piccola Citroen in particolare ha una storia che appassiona da sempre i suoi tanti fan e che merita quindi di essere raccontata.
La Citroen Dyane nasce nel 1964 sulla scia del grande successo ottenuto dalla sua progenitrice, la Citroen 2CV. Fu proprio per rilanciare la posizione del Double Chevron nel segmento delle utilitarie economiche e per rispondere ai colpi della concorrenza che prese il via il progetto AY. Dietro questa sigla si nascondeva proprio la Dyane, una vettura pensata fin da subito come un'evoluzione della Citroen 2CV ma caratterizzata da una carrozzeria completamente nuova.
La Citroen Dyane puntava su soluzioni innovative per l'epoca e per il segmento a cui apparteneva. La ricerca stilistica del nuovo modello fu affidata alla Panhard di Louis Bionier, società che da poco era entrata nell'orbita Citroen. Il designer francese propose l'adozione di linee più tese e squadrate rispetto a quelle della 2CV, optando per soluzioni che, oltre a conferire personalità alla vettura, avevano anche uno scopo funzionale. Era questo il caso, ad esempio, delle nervature che correvano sulla fiancata e sul cofano, il cui compito fu anche quello di rinforzare e dare maggiore solidità alle lamiere piuttosto sottili usate per quelle zone del corpo vettura.
Il parabrezza ampio e il resto delle vetrature di dimensioni generose davano luce e visibilità all'abitacolo, mentre le portiere erano dotate di guarnizioni di miglior qualità rispetto a quelle della 2CV, tanto da riuscire ad insonorizzare meglio gli interni e a mettere al riparo gli occupanti dagli spifferi d'aria. L'aerodinamica ottimizzata contribuiva infine a far toccare alla Dyane velocità vicine ai 100 km/h con consumi inferiori se paragonati con quanto fatto sempre dalla 2CV. Il comparto tecnico della Citroen Dyane era comunque di tutto rispetto e includeva un telaio a piattaforma con una scocca imbullonata, nonché portiere, cofano motore e parafanghi amovibili.
Il nome scelto da Citroen era sulla falsariga dei nomi che il costruttore dava all'epoca ai suoi modelli. Anche per la Dyane fu seguita la prassi di assegnare un nome femminile frutto di una crasi tra il nome in codice del progetto, AY, e una delle realizzazioni più significative di Panhard, ovvero la Dyna.
LA DYANE DEBUTTA UFFICIALMENTE
Dopo tre anni di sviluppo, la vettura francese era pronta per il gran debutto davanti alla stampa, che avvenne il 29 agosto 1967. La gamma di lancio includeva una sola motorizzazione derivata dalla 2CV, cioè un motore bicilindrico di 425 cc raffreddato ad aria. I tecnici decisero tuttavia di installare un carburatore differente da quello in uso sulla progenitrice e la potenza passò così da 18 a 21 CV, mentre la coppia rimase sostanzialmente invariata.
Il listino prevedeva due allestimenti: Luxe e Confort. Il primo era caratterizzato da rivestimenti semplificati che lasciavano visibile l'armatura laterale del sedile, dal volante in ferro e dalla panchetta anteriore fissa che il proprietario poteva regolare solo staccandola e fissandola manualmente in una delle cinque posizioni previste. Sulla più "lussuosa" Citroen Dyane Confort erano invece presenti i rivestimenti completi dei sedili, che coprivano anche la parte laterale. Veniva usato inoltre un tessuto di migliore qualità e c'era la possibile di avere due sedili anteriori separati e regolabili.
Nonostante la tiepida accoglienza riservata dalla stampa internazionale, la Dyane ottenne subito i favori dei giornalisti italiani. La stampa nostrana fu infatti una delle poche a parlare in termini entusiastici della compatta transalpina, ma servì un po' di tempo per convincere il pubblico, che giudicava la vettura troppo spartana. Non mancava nemmeno chi aveva qualche riserva sulla validità delle sue soluzioni estetiche. Dubbi o non dubbi, arrivata su strada la Dyane fece ricredere un po' tutti, tanto che le vendite decollarono dando così ragione a Citroen.
ARRIVANO NUOVI MOTORI
Gli anni successivi videro arrivare alcuni importanti aggiornamenti alla vettura con l'aggiunta di nuovi motori. Nel gennaio del 1968 debuttò la D6 (conosciuta in Italia anche come Dyanissima) con motore di 602 cc con 28 CV di potenza. L'unità, derivata dall'AMI6, era fornita di alternatore e di impianto elettrico a 12 volt e riusciva a spingere la Dyane a 100 km/h. Il 18 marzo dello stesso anno Citroen decise di lanciare un motore più piccolo, ovvero un 435 cc che sostituì il precedente 425 della variante di lancio. Il motore erogava una potenza di 26 cavalli e la sua presenza era identificabile dal monogramma "DYANE" scritto con lettere dorate sul portellone posteriore.
Nel maggio del 1968 Citroen lanciò una versione particolarmente originale della Dyane, ovvero la Citroen Dyane6 Méhari, la famosa "spiaggina" e destinata a rimanere nella storia diventando l'oggetto del desiderio di moltissimi giovani di quel periodo. La nuova arrivata aveva una configurazione a due o a quattro posti, faceva ampio uso della plastica e puntava su un aspetto sbarazzino. La forte personalità del modello convinse Citroen a darle semplicemente il nome Méhari già pochi mesi dopo il lancio, mentre il successo ottenuto convinse il marchio francese a mantenere la produzione fino a metà anni '80.
Nel 1970 arrivò l'ennesimo step evolutivo con due importanti novità. Alla carrozzeria venne aggiunto un terzo vetro laterale e la Dyane6 ricevette un nuovo motore superquadro. Quest'ultimo manteneva invariata la cilindrata di 602cc, ma vantava una struttura più moderna. Un motore superquadro è un propulsore in cui la corsa è minore dell'alesaggio (solitamente nelle auto di serie è invece l'esatto contrario). Per chi non lo sapesse, la corsa è la distanza tra il punto morto inferiore e il punto morto superiore raggiunti dal pistone all'interno del cilindro, mentre l'alesaggio è il diametro interno dei cilindri. Si tratta di due valori che definiscono la cilindrata totale di un motore e solitamente si trovano espressi in millimetri nelle schede tecniche dei costruttori. La nuova unità erogava una potenza di 35 CV e consentiva alla Dyane di raggiungere i 120 km/h, dando alla sbarazzina di casa Citroen un brio che la rendeva ancora più affascinante soprattutto agli occhi del pubblico giovane.
Gli anni successivi videro l'arrivo di piccole novità fino a giungere al 1983, l'anno in cui cessò la produzione della Dyane. L'ultimo esemplare venne venduto proprio in Italia l'anno successivo. Oggi la storia della Citroen Dyane continua grazie ai tanti appassionati in giro per il mondo. L'utilitaria francese è protagonista di raduni ed eventi dedicati e si conferma sempre un oggetto molto ricercato tra i collezionisti, a conferma di un successo che continua senza sosta anche 40 anni dopo la conclusione della sua avventura commerciale.