Autostrade, polemiche per il rincaro dei pedaggi. Fdi ritira l'emendamento
Il provvedimento era presente all'interno di un emendamento dei relatori al decreto Infrastrutture

Una notizia ha rischiato di “rovinare” la vacanze estive degli italiani. Un emendamento dei relatori al decreto Infrastrutture spuntato all’improvviso prevedeva un aumento del canone dei pedaggi autostradali. Il provvedimento ha ovviamente scatenato immediate polemiche. Le opposizioni sono subito partite all’attacco del Governo e nel giro di poche ore è arrivato il passo indietro del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. In una nota del ministero, Salvini ha chiesto di ritirare l’emendamento firmato dai relatori di tutte le forze di maggioranza. Poco dopo è arrivato anche l’annuncio di Fratelli d’Italia che ha fatto sapere di voler ritirare l’emendamento.
Non ci sogneremmo mai di portare avanti un emendamento non condiviso dal ministro competente.
Insomma, scampato pericolo, almeno per il momento. Non ci saranno aumenti dei pedaggi autostradali.
CHE DICEVA L’EMENDAMENTO?
L’emendamento era stato depositato dai relatori in commissione Ambiente alla Camera e puntava ad aumentare il canone corrisposto ad Anas. Più nel dettaglio, “il canone annuo che le concessionarie autostradali versano ad Anas è integrato prevedendo un ulteriore importo, calcolato sulla percorrenza chilometrica, pari a 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B e a 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5“. Per chiarire, nelle classi A e B rientrano, sintetizzando, scooter, moto e automobili con altezza inferiore o uguale a 1,3 m (misurata all’asse anteriore) . Con la classe B, invece, i veicoli con altezza superiore a 1,3 m (misurata all’asse anteriore). Sul sito di Autostrade si può approfondire il concetto di classe di pedaggio. Il rincaro sarebbe stato ovviamente scaricato sui cittadini. In soldoni, in pieno esodo per le vacanze, stiamo parlando di 1 euro in più per ogni mille chilometri percorsi.
Perché si voleva aumentare il canone, a cosa servono questi soldi più più? A quanto pare, stando alla relazione, tale proposta sarebbe necessaria per individuare una copertura strutturale per il fabbisogno incrementale necessario ad Anas per far fronte ad una serie di eventi occorsi negli ultimi periodi (ridefinizione della rete in gestione Anas, incremento dei costi per l’illuminazione pubblica). Tale fabbisogno ammonta a circa 90 milioni di euro annui, corrispondenti precisamente a quanto si incasserebbe dall’incremento del canone. Il rincaro, secondo i calcoli della Ragioneria generale dello Stato, avrebbe comportato un esborso complessivo nel 2025 per gli automobilisti di 37 milioni di euro.
RINCARI INACETTABILI
La notizia aveva fatto ovviamente subito discutere e oltre alle polemiche politiche era intervenuta l’Unione Nazionale Consumatori che parlava di aumenti vergognosi.
Un emendamento dei relatori al dl Infrastrutture avrebbe introdotto un aumento del canone annuo corrisposto ad Anas sui pedaggi autostradali. Se fosse confermato sarebbe vergognoso! È incredibile la volontà di questo governo di fare cassa lanciando il sasso e nascondendo la mano. Lo hanno già fatto togliendo gli sconti di Draghi sulle accise sui carburanti, ripristinando gli oneri di sistema sulle bollette della luce e del gas, alzando in quest’ultimo caso anche l’Iva dal 5% al 10 e al 22% a seconda dei consumi.
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