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DR Automobiles, multa da 6 milioni per pratiche commerciali scorrette | Risposta

Erano state pubblicizzate come prodotte in Italia, invece arrivano dalla Cina

DR Automobiles, multa da 6 milioni per pratiche commerciali scorrette | Risposta
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Giuseppe Biondo
Giuseppe Biondo
Pubblicato il 20 giu 2024

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’AGCM, ha chiuso l’istruttoria avviata a ottobre nei confronti di DR Automobiles. E si è chiusa in maniera non positiva per l’azienda fondata in Molise dall’ex pilota Massimo Di Risio nel 2006, cioè con una sanzione da 6 milioni di euro per pratiche commerciali scorrette.

‘PRODOTTE IN CINA, NON IN ITALIA’

L’Autorità ha stabilito che, nelle comunicazioni commerciali, DR Automobiles ha indicato come luogo di produzione delle vetture a marchio DR ed EVO l’Italia, quando invece avrebbe dovuto indicare la Cina. Le vetture commercializzate da Di Risio infatti – è storia nota da anni tra gli appassionati e gli addetti ai lavori – di partenza sono progetti di diverse case automobilistiche cinesi; l’azienda molisana ne importa i componenti, li assembla su licenza e commercializza le vetture con i brand del gruppo, con i più noti che sono appunto DR ed EVO.

L’Autorità – si legge nella nota stampa – ha accertato che DR Automobiles, nell’ambito dei messaggi e/o delle comunicazioni commerciali diffusi almeno a partire dal dicembre 2021 attraverso vari canali, ha indicato l’Italia come origine e luogo di effettiva produzione delle autovetture commercializzate con i marchi DR ed EVO. Si tratta però di autoveicoli prodotti in Cina, salvo marginali interventi di rifinitura e di completamento.

A insospettire l’Autorità, e probabilmente a influenzarne pure la scelta della linea dura, il fatto che proprio nel periodo in cui l’azienda ha usato in modo improprio la “leva” del Made in Italy il mercato ha mostrato apprezzamento per le automobili del gruppo:

La pratica ingannevole è coincisa con un periodo di forte aumento delle vendite delle autovetture a marchio DR ed EVO sul mercato italiano – si legge.

LA QUESTIONE RICAMBI

Il successo commerciale dei veicoli DR ed EVO non è stato seguito, tuttavia, da un corretto approvvigionamento di pezzi di ricambio dalla Cina, e diversi clienti si sono trovati così nella condizione di dover attendere mesi per pezzi magari banali ma senza i quali la vettura non poteva circolare. Le difficoltà produttive innescate dal Covid non hanno certo reso più semplice il lavoro di DR in un momento cruciale per le sorti del gruppo come quello del “boom", ma delle difficoltà ci sono state e l’Autorità non poteva ignorarle.

L’istruttoria ha accertato, inoltre, che DR Service & Parts S.r.l. e DR Automobiles S.r.l., almeno a partire dal 2022, non hanno garantito un adeguato approvvigionamento dei pezzi di ricambio e neppure una corretta assistenza post-vendita, tramite la rete dei concessionari e/o delle officine autorizzate, cui – tra l’altro – non è stata fornita idonea formazione tecnica. Questa pratica può ostacolare l’esercizio dei diritti dei consumatori, compreso il diritto di ottenere la riparazione dell’automobile e un’adeguata assistenza post-vendita, anche nell’ambito della garanzia legale di conformità del prodotto acquistato.

IL COMMENTO DI DR AUTOMOBILES

Massimo Di Risio, fondatore e presidente di DR Automobiles, ha commentato così la misura dell’Agcm:

Incredibile!!! Contestiamo in toto il provvedimento dell’AGCM che ci accingiamo ad impugnare, fiduciosi di un totale ribaltamento. L’azienda è solida ed in grado di sostenere anche una eventuale, quanto improbabile, conferma della sanzione. Continuiamo a correre, così come siamo abituati a fare.

Il gruppo invece ha spiegato in una nota che

DR Automobiles Groupe prende atto della decisione dell’Agcm, pur non condividendola nel merito, ragione per cui si accinge ad impugnarla. Nel corso del procedimento DR ha offerto la massima disponibilità, proponendo impegni tangibili volti a rimediare alle preoccupazioni espresse dall’Autorità, che però non sono stati accettati da quest’ultima. Nel merito, DR osserva che la delocalizzazione in Estremo Oriente di parte della produzione delle autovetture (pratica comune nel settore automotive) commercializzate da DR Automobiles Groupe non è mai stata celata al pubblico, come testimoniato da numerosi articoli di stampa e servizi televisivi, nonché dalle informazioni divulgate attraverso i canali ufficiali web e social del gruppo.

Al tempo stesso, l’azienda evidenzia che

le campagne advertising non hanno mai inteso pubblicizzare una pretesa integrale fabbricazione delle autovetture in Italia, quanto sottolineare il forte legame del gruppo automobilistico con il nostro Paese e la regione Molise sotto il profilo proprietario e storico. Oltre ad evidenziare le importanti fasi che si svolgono nell’HQ di Macchia d’Isernia in termini di ricerca e sviluppo, design, progettazione, aggiunta di funzionalità, rifinitura e completamento delle autovetture commercializzate. Tutti aspetti che non sono stati adeguatamente valorizzati dal provvedimento dell’Agcm.

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