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Taxi, richiamo dell'Antitrust: aumentare le licenze e la flessibilità dei turni

I Comuni devono fornire un monitoraggio stabile sull’offerta e un adeguato livello del servizio taxi per il trasporto di soggetti portatori di handicap di particolare gravità

Taxi, richiamo dell'Antitrust: aumentare le licenze e la flessibilità dei turni
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 6 mar 2024

L'Antitrust torna sul tema dei taxi in Italia su cui era intervenuto lo scorso anno, chiedendo ai comuni di Roma, Milano e Napoli di adeguare il numero di licenze. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a seguito di un'indagine, aveva inviato a questi comuni un richiamo evidenziando alcune criticità. Oltre alla carenza di licenze per soddisfare la domanda di taxi, che genera un numero molto elevato di richieste inevase e tempi di attesa eccessivamente lunghi, l'AGCM aveva puntato il dito pure su di una diffusa inerzia dei Comuni nel richiedere alle cooperative di taxi le informazioni necessarie a verificare l’adeguatezza del servizio, con esiti negativi in termini di rilevazione e correzione tempestiva di eventuali criticità e un’eccessiva rigidità del regime dei turni.

Adesso, dopo Roma, Milano e Napoli, l'AGCM mette nel mirino anche Firenze e Palermo.

IL RICHIAMO DELL’ANTITRUST

In particolare, l'Antitrust evidenzia la strutturale carenza dell’offerta e l’assenza di controlli e di misure di regolamentazione flessibile dei turni rilevata a Palermo e la mancanza di un meccanismo di monitoraggio sull’erogazione e sulla qualità del servizio a Firenze. L'Autorità ha voluto analizzare anche la situazione di Bologna, Genova e Torino, dove non sono emerse particolari criticità nell’offerta del servizio.

Per migliorare l’efficienza e la qualità del servizio taxi, l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha suggerito nelle proprie segnalazioni ai Comuni l’adozione di alcune misure correttive. Innanzitutto, l'Antistrust suggerisce di adeguare il numero delle licenze alla domanda spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset, adottando in tempi brevi i bandi di concorso pubblico per l’assegnazione delle nuove licenze.

In secondo luogo, evidenzia la necessità di rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente a soddisfare la domanda, rendendo pubblico l’esito del monitoraggio.

Andrebbero poi adottate misure aggiuntive, come la regolamentazione dell’istituto delle doppie guide, l’implementazione del taxi sharing e l’efficientamento dei turni. In questo modo, a Firenze, per esempio, nei periodi di maggior domanda, i tassisti possono svolgere i propri servizi con più flessibilità e l’amministrazione comunale può rilasciare licenze temporanee. Infine, i Comuni devono adeguare, laddove necessario, il numero di licenze taxi rilasciate a vetture attrezzate per il trasporto dei soggetti disabili, per svolgere questo particolare servizio.

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