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Incidenti stradali nuovamente vicini ai livelli pre-pandemici

La situazione sta per tornare ai livelli pre-pandemici, ma l'UE ha un piano di contenimento

Incidenti stradali nuovamente vicini ai livelli pre-pandemici
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Adamo Genco
Adamo Genco
Pubblicato il 22 feb 2023

La commissione europea ha pubblicato i dati preliminari sulle vittime della strada per il 2022, rivelando un aumento del 3% rispetto all'anno precedente. Come in molti avranno intuito, il motivo principale è il ritorno del traffico ai livelli pre-pandemia, che ha portato a un numero totale di circa 20.600 decessi.

Va comunque detto a scanso di equivoci che rispetto al 2019, anno precedente la pandemia, la tendenza è comunque in calo del 10% e le vittime in meno sono circa 2000. Inutile dire che si sperava in una diminuzione più cospicua, ma si guarda avanti: l'obiettivo dell'UE e dell'ONU molto ambizioso e prevede di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2030.

Tuttavia, le tendenze cambiano a seconda degli stati membri e in certi casi risultano diametralmente opposte. Prendiamo ad esempio paesi, come la Lituania e la Polonia, che hanno registrato una diminuzione superiore al 30% delle vittime della strada negli ultimi anni, mentre altri, come l'Irlanda, la Spagna, la Francia, l'Italia, i Paesi Bassi e la Svezia, hanno visto un numero relativamente stabile, o solo parzialmente in aumento, di vittime.

Scopriamo così sulla base dei dati del 2022 che le strade più sicure si trovano in Svezia (21 decessi per milione di abitanti) e in Danimarca (26 decessi per milione), mentre i tassi più elevati sono stati registrati in Romania (86 decessi per milione) e in Bulgaria (78 decessi per milione). La media dell'UE è stata di 46 decessi per milione di abitanti, mentre quella dell'Italia è di 53 decessi per milione di abitanti. Lo schema a seguire chiarisce meglio il tutto.

Stando ai dati risalenti al 2021 (quelli dettagliati per il 2022 non sono ancora disponibili) la maggior parte delle vittime della strada si è verificata su strade extraurbane (52%), seguite dalle aree urbane (39%) e dalle autostrade (9%). Gli uomini hanno rappresentato il 78% delle vittime, mentre il 45% erano conducenti o passeggeri di autovetture, il 18% pedoni, il 19% utilizzatori di veicoli a motore a due ruote (motociclette e ciclomotori) e il 9% ciclisti.

Nelle aree urbane, invece, il 70% delle vittime sono stati utenti vulnerabili della strada, come pedoni, ciclisti e utilizzatori di veicoli a motore a due ruote. La maggior parte degli incidenti mortali che si sono verificati in queste zone hanno visto coinvolti automobili e autocarri, sottolineando la necessità di proteggere maggiormente gli utenti della strada vulnerabili.

Sebbene la bicicletta stia diventando un mezzo di trasporto sempre più popolare in molti Stati membri, preoccupano i dati riguardanti il numero di ciclisti uccisi sulle strade dell'UE. A causa della mancanza di infrastrutture adeguate, i ciclisti sono l'unico gruppo di utenti della strada che non ha visto una riduzione significativa degli incidenti mortali nell'ultimo decennio.

L'UE ha stabilito l'obiettivo di ridurre del 50% il numero di morti per incidenti stradali entro il 2030, e per la prima volta anche il numero di feriti gravi. Tale obiettivo è stabilito nel piano d'azione strategico sulla sicurezza stradale della Commissione e nel quadro strategico dell'UE per la sicurezza stradale 2021-2030, che definiscono inoltre piani relativi alla sicurezza stradale al fine di azzerare il numero di vittime della strada entro il 2050 (obiettivo "zero vittime").

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