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Incentivi auto elettriche, per Motus-E è necessario rivedere il sistema

Gli incentivi per le elettriche non stanno funzionando.

Incentivi auto elettriche, per Motus-E è necessario rivedere il sistema
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 7 lug 2022

Gli incentivi per le auto che rientrano nella fascia 61-135 g/km di CO2 sono andati esauriti in breve tempo. Invece, il fondo a disposizione per le vetture 0-20 g/km di CO2, cioè per le elettriche, sta scendendo lentamente. Per Motus E, gli incentivi per le elettriche non stanno funzionando e l’associazione fornisce diversi motivi per spiegare questo andamento.

SERVE MODIFICARE LA STRUTTURA

Il problema riguarda la struttura degli incentivi delle elettriche. Come sappiamo, il regolamento prevede che possano essere incentivate solo le auto che non superano di 35 mila euro + IVA di prezzo. Secondo Motus-E vi rientrano meno del 30% dei modelli disponibili.

Per quanto riguarda la classe “0-20” invece i modelli disponibili per la fascia di prezzo incentivata (sotto i 35.000 euro) sono meno del 30% di tutti quelli disponibili, questo già sarebbe sufficiente a spiegare che, come da attese, le prenotazioni vanno a rilento.

C’è poi il problema già sollevato anche da altre associazioni del settore automotive come UNRAE, che riguarda l’esclusione dagli incentivi delle flotte e delle persone giuridiche. Con questa scelta è stata esclusa una buona fetta di mercato.

A questo va aggiunto che le flotte e tutte le persone giuridiche, che rappresentano una buona fetta del mercato e garantirebbero poi un usato di qualità, non possono beneficiare degli incentivi.

Per questo, secondo Motus-E è necessario rivedere il sistema. Dunque, anche questa associazione lancia un’appello al Governo per rivedere la struttura dell’Ecobonus per fare in modo di ampliare la platea di beneficiare degli incentivi per le elettriche. Un eventuale cambiamento permetterebbe di sostenere le immatricolazioni delle auto a batteria che anche a giugno hanno messo a segno un risultato negativo.

Ricordiamo, infine, che dei 209 milioni a disposizione a partire dalla fine di maggio, ne sono rimasti a disposizione (mentre scriviamo) circa 180,4 milioni. Dunque, sono stati richiesti solo 28,6 milioni.

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