Arriva Estrema Fulminea, l'hypercar elettrica made in Italy da 2.040 CV
Automobili Estrema ha svelato Fulminea, un'hypercar elettrica frutto di un progetto italiano dotata di un pacco batteria ibrido con tecnologia allo stato solido.

Automobili Estrema ha tolto i veli sulla Fulminea, hypercar elettrica di cui abbiamo parlato lo scorso febbraio che dispone di un innovativo pacco batteria definito "ibrido" che utilizzerà sia celle Li-ion con elettrolita allo stato solido sia ultracondensatori. Il lancio commerciale è atteso nel corso del terzo trimestre del 2023. Il prezzo di vendita, tasse escluse, è di 1.961.000 euro. Complessivamente saranno prodotte 61 unità. La nuova hypercar sarà prodotta a Modena, nella Motor Valley.
COME FUNZIONA LA BATTERIA IBRIDA
Il progetto del bolide elettrico è italiano e si deve all'imprenditore Gianfranco Pizzuto, già co-fondatore e finanziatore di Fisker Automotive, che nel 2020 ha creato questa nuova società in Italia. Fulminea è dunque un progetto reale con una precisa strategia commerciale alle spalle. Un prodotto innovativo che punta anche a rilanciare l'Italia nella corsa alle tecnologie legate allo sviluppo della mobilità elettrica.
I numeri di questa hypercar sono davvero impressionanti. I 4 motori elettrici, uno per ogni ruota, erogano una potenza complessiva di ben 1,5 MW (2.040 CV). Di conseguenza, le prestazioni sono elevatissime. Secondo quanto comunicato, per raggiungere i 320 km/h bastano meno di 10 secondi. L'autonomia secondo il ciclo WLTP raggiunge i 520 km e sarà possibile grazie al pacco batteria in grado di offrire una capacità di 100 kWh.
Ma proprio il pacco batteria è l'elemento più innovativo di questa hypercar. Come accennato all'inizio, è stata scelta una soluzione "ibrida" che abbina le celle allo stato solido ai supercondensatori che serviranno per gestire soprattutto le alte richieste di energia durante le fasi di accelerazione. Secondo quanto racconta Estrema Automobili, le celle Li-ion allo stato solido sono prodotte dal partner ABEE GROUP e presentano una densità di energia di 500 Wh/kg che rappresenta un aumento tra il 50% e il 100% rispetto alla tecnologia delle batterie attuali.
Gli ultracondensatori sono posizionati sull'asse anteriore mentre il pacco batterie più grande, contenente le celle allo stato solido assemblate con tecnologia "cell to pack", sono posizionate dietro l’abitacolo prima dell'asse posteriore. In questo modo è possibile ottenere una perfetta distribuzione dei pesi. Grazie all'utilizzo di queste innovative tecnologie è stato possibile contenere il peso del pacco batteria a 300 kg. Il peso complessivo dell'auto è di 1.500 kg.
Il BMS, cioè il sistema che gestisce il funzionamento dell'accumulatore, sfrutta un software dotato di intelligenza artificiale e di machine learning. Utilizza, dunque, una tecnologia derivata dalla NASA per l'ottimizzazione del controllo dell'energia. La società ha chiamato questo innovativo sistema “EVE-Ai”.
Ma la Estrema Fulminea non è solo tecnologia perché la società ha lavorato molto anche sul design e sull'aerodinamica che dispone di soluzioni attive. In particolare, il design dell’abitacolo è stato studiato in modo da favorire la massima aerodinamicità permettendo al flusso d’aria di scorrere lungo tutto il profilo della vettura. Le porte, “a farfalla”, sono caratterizzate da un ampio angolo di apertura che facilita l’accesso e dallo sfiato dell’aria dalla forma a "punta di freccia". Inoltre, l'hypercar si presenta con un colore di carrozzeria "Azzurro Savoia", identificativo di Automobili Estrema.
Non sono presenti specchietti retrovisori. Al loro posto è stato scelto di utilizzare un sistema di telecamere. Estrema Fulminea misura 4.683 mm lunghezza x 2.052 mm larghezza x 1.148 mm altezza.
GIGAFACTORY IN ITALIA
Tra gli obiettivi del futuro della società anche quello di realizzare una Gigafactory in Italia dedicata alla produzione di celle allo stato solido. Si punta ad essere pronti nel 2025. Per questo progetto è stato stimato un investimento di circa 500 milioni di euro e sarebbero già in corso alcuni discussioni con importanti realtà, anche italiane. Portare alla produzione di serie le celle allo stato solido permetterà di abbassare sensibilmente il loro costo, oggi stimato dalla società in circa 3.000 euro a kWh.