Airbag difettosi Takata, guai infiniti: respinto il ricorso di PSA Italia
La Corte di Appello di Torino ha respinto il ricorso presentato da PSA Italia

Non c’è solo il motore Puretech ad aver causato problemi a Stellatis. Un’altra fonte di guai sono gli airbag difettosi Takata di cui molto si è discusso in passato. Questi prodotti realizzati dall’azienda giapponese Takata oramai fallita sono stati al centro di numerose campagne di richiamo tra cui quelle avviate proprio da parte di Stellantis. Il difetto che ha portato a questo caos la cui risoluzione completa sembra essere ancora oggi lontana? L’azienda giapponese ha fornito per anni all’industria automobilistica airbag contenenti generatori di gas difettosi, che possono alterarsi per invecchiamento causato da determinate influenze legate al clima (calore e umidità) e che potrebbero quindi rappresentare un pericolo.
Vista l’importanza di questi dispositivi di sicurezza, non sono ovviamente mancate le polemiche e soprattutto le class action. Adesso c’è una novità in quanto, come riporta Ansa, la Corte di Appello di Torino ha respinto il ricorso presentato da PSA Italia contro l’ordine del Tribunale del capoluogo piemontese di provvedere alle inadempienze sulla campagna di richiamo delle vetture Citroen C3 e DS3 con airbag difettosi.
IL RICORSO RESPINTO
A promuovere la causa erano stati Codacons, Adusbef e Associazione utenti dei servizi radiotelevisivi. Il caso riguardava ben 190 mila veicoli prodotti fra il 2009 e il 2019, con le associazioni dei consumatori che avevano deciso di promuovere un’azione inibitoria lamentando delle manchevolezze nella campagna di richiamo. Nell’ottobre del 2024, in primo grado il Tribunale di Torino aveva ordinato a PSA Italia di prendere una serie di misure anche sotto il profilo delle informazioni agli utenti. L’azienda aveva poi presentato appello che però adesso è stato respinto. Nella motivazione, la Corte scrive:
[…] è irrilevante la circostanza che PSA (distributore) non sia il produttore dei veicoli che risulta essere, invece, Citroen s.a. (entrambe società, sia detto per completezza, facenti parte della medesima Holding controllata da Stellantis). In relazione alla titolarità passiva del rapporto, sussistente in capo a PSA (nonostante non sia neppure la venditrice delle automobili montanti l’airbag difettoso), ancor piu’ specificamente, si deve sottolineare (al contrario di quanto sostiene la reclamante) che i principi generali discendenti dalla normativa del Codice Civile sono sempre applicabili, se non specificamente derogati dalla normativa speciale del Codice del Consumo, con la conseguenza che trova piena applicazione in questa sede anche la disciplina del mandato di cui all’art.1703 c.c. che è il contratto con cui una parte (in questo caso Groupe PSA Italia) si obbliga a compiere uno o piu’ atti giuridici per conto dell’altra (in questo caso Citroen s.a.). […]
come ben ha spiegato il giudice di prime cure, il tempo ragionevole per la sostituzione è sicuramente trascorso giacchè questa non è minimamente avvenuta entro un congruo periodo, visto che la difettosità degli airbags era (documentalmente) nota sin dal 2020 e dopo cinque anni le operazioni di richiamo dei veicoli non sono ancora state completate. Rileva sottolineare, inoltre, che (come suddetto) il distributore risponde direttamente, anche ai sensi dell’art.104, 6° c., CdC, dell’intero periodo di ritardo e non solo di quello in cui ha iniziato ad operare le sostituzioni […]
In relazione alla messa a disposizione dei veicoli di cortesia, rispetto a cui il tribunale ha individuato carenze tanto informative quanto operative, il motivo di reclamo (che assume la totale adeguatezza del servizio) è certamente infondato, sia perché (fatto pacifico) ben 1.700 utenti che ne avevano fatto richiesta (su 15.800) non erano stati soddisfatti ed erano sprovvisti di veicolo sostitutivo (in una situazione tanto delicata e pericolosa) nonostante la bassissima percentuale di richiedenti in relazione agli aventi diritto, sia perché tale bassissima percentuale (il 12,5%), dato anomalo (come tale non contestato da PSA) indica presuntivamente un deficit informativo a favore dell’utente anche circa modalità e tempi di fornitura.
LA SODDISFAZIONE DEL CODACONS
Grande soddisfazione da parte del Codacons che evidenzia come la Corte di Appello di Torino dia ragione ai consumatori, bocciando il ricorso d’appello proposto da PSA Italia contro il provvedimento di condanna. Come evidenzia l’associazione, il Tribunale di primo grado aveva condannato PSA Italia a cessare le condotte omissive che hanno arrecato danno ai propri clienti, ordinando l’adozione di misure urgenti per porre rimedio agli effetti pregiudizievoli conseguenti alla campagna di richiamo posta in essere dalla società per la sostituzione degli airbag difettosi, informando i proprietari interessati circa l’esigenza di interrompere la guida del veicolo e di avviare la procedura di check-in on line o via telefono, pubblicare su alcuni quotidiani la notizia della campagna di richiamo, completare entro il 31.1.2025 le operazioni di sostituzione kit-airbag sui 127.036 veicoli che al 23.9.2024 avevano eseguito il check-in, informare gli utenti della possibilità di fare richiesta di un’auto sostitutiva (o di optare per voucher di car-sharing dove il servizio è presente).
La Corte di Appello di Torino sconfessa su tutta la linea la difesa di PSA Italia, e conferma interamente le ragioni dei consumatori. Ora la società dovrà attenersi a quanto disposto dal Tribunale e mettere in atto le misure individuate dai giudici di primo grado.
Ovviamente non è mancata la replica di PSA Italia alla sentenza della Corte:
PSA Italia prende atto del decreto di rigetto del reclamo avverso l’ordinanza del Tribunale di Torino emesso dai Giudici d’Appello, che ritiene non condivisibile per le ragioni ampiamente esposte nell’ambito del giudizio. Durante la pendenza del procedimento di reclamo, Groupe PSA Italia aveva comunque già dato attuazione a tutte le richieste formulate dal Tribunale di Torino nell’ordinanza, e conferma ancora una volta il proprio impegno a mobilitare tutte le risorse necessarie per concludere il più rapidamente possibile la campagna di richiamo “stop-drive” avente ad oggetto airbag Takata, e che è stata lanciata a tutela della sicurezza degli utilizzatori dei veicoli.