Hennessey Venom F5: svelato il motore da 1.623 CV
Alla Monterey Car Week il costruttore texano mostra per la prima volta il motore della sua nuova hypercar
Quando il tuo obiettivo è portare su strada l'auto più veloce del mondo non puoi lasciare nulla al caso. Così ha fatto Hennessey, che per sviluppare la sua nuova Venom F5, che punta a battere il record attuale di 447,2 km/h detenuto da Koenigsegg Agera RS, ci ha messo cinque anni (e non ha ancora finito del tutto…)
In particolare, i tecnici del Costruttore texano si sono concentrati sul motore, vero cuore pulsante di una hypercar curata in ogni dettaglio, dall'aerodinamica all'estetica, passando per la tecnologia e l'infotainment. Svelato in occasione della Monterey Car Week in California, il motore della Hennessey Venom F5 è stato sviluppato con il contributo dei produttori di lubrificanti Pennzoil e di carburanti Shell.
Si tratta di un V8 da ben 7,6 litri e doppio turbocompressore, per una potenza massima dichiarata di 1.623 CV, erogata a 7.200 giri. Se la potenza è di per sé elevatissima, la coppia è quasi incredibile: 1.763 Nm a 4400 giri. Più che un motore, si tratta di un gioiello di tecnica e tecnologia, caratterizzato da un rapporto di compressione di 9,3:1, testate dei turbo in acciaio inossidabile un sistema sistema di lubrificazione a carter secco, pensato per far arrivare l'olio a destinazione anche in caso di curve e accelerazioni mozzafiato.
L'obiettivo di Hennessey non è solo quello di polverizzare il record registrato dalla Koenigsegg, ma di raggiungere (e possibilmente superare) il valore di 300 miglia orarie, pari a circa 482 km/h. L'ultima volta che una vettura del brand si è cimentata in questo tentativo era il 2013: quell'anno una Venom GT raggiunse i 435,31 km/h, ma il tentativo fu invalidato poiché l'azienda non completò la prova nei due sensi di marcia (così prevede il regolamento).
Venom F5 sarà costruita in soli 24 esemplari, di cui già 15 sono stati prenotati. Il prezzo? 1,6 milioni di dollari, pari a poco meno di 1,4 milioni di euro.
