Smartphone per controllare lo stato di salute dei ponti: la proposta del MIT
Gli accelerometri come strumento per fornire informazioni utili sullo stato di salute delle infrastrutture
Creare una rete di sensori mobili per il monitoraggio dei ponti: così come Google si serve della posizione degli smartphone per segnalare un rallentamento o un tratto di coda, un gruppo di ricercatori del MIT ha ipotizzato la possibilità di utilizzare gli accelerometri, presenti nella dotazione di serie di qualsiasi smartphone moderno, per rilevare, per esempio, le vibrazioni che possono interessare un ponte autostradale.
Lo studio di cui vi parliamo risale allo scorso aprile ed è stato pubblicato da un team del Massachussetts Institute of Technology di Boston su una delle principali riviste scientifiche internazionali, i "proceedings" dell’IEEE.
Gli studiosi sono convinti che i dati registrati da uno smartphone, presente su un veicolo in movimento, contengano informazioni "significative e solide", per esempio sulle frequenze modali di un ponte, tra gli indicatori dello "stato di salute strutturale" di un'infrastruttura. Le informazioni provenienti da più smartphone, aggregate nell'ambito di un sistema di gestione dei "big data", diventano uno strumento via via sempre migliore (per quanto riguarda la precisione) rispetto a singoli sensori.
Gli accelerometri, sensori in grado di misurare lo spostamento del telefonino sui tre assi (altezza, lunghezza e profondità), forniscono una serie di piccole informazioni che, combinate tra loro, possono costituire un patrimonio di dati rilevanti.
Naturalmente, l'approccio suggerito dai ricercatori non mira a sostituire il classico metodo di monitoraggio dello stato di salute dei ponti (strumentazione sofisticata e ispezioni effettuate a regola d'arte da personale specializzato), ma offre agli esperti uno strumento in più per prendere le migliori decisioni, grazie ad una mole di dati superiore.
Nel Paper "Crowdsensing Framework for Monitoring Bridge Vibrations Using Moving Smartphones" si esplorano i nuovi servizi che possono essere offerti per migliorare la relazione tra città e infrastrutture sfruttando, in un'ottica di "big data", le informazioni generate dagli smartphone.