Scandalo emissioni Giappone, Mazda si chiama fuori: nessuna irregolarità
Mazda ammette la presenza di errori nelle procedure, ma questo non cambia i valori sulle emissioni
Mazda si chiama fuori dalla bufera scoppiata in Giappone in seguito alla richiesta del Ministero di Ambiente, Infrastrutture, Trasporti e Turismo di chiarimenti in merito a presunte irregolarità nelle emissioni inquinanti.
A differenza di altri costruttori giapponesi, che hanno ammesso di aver falsificato i controlli relativi alle emissioni, le indagini svolte da Mazda su alcuni test campione per consumi di carburante ed emissioni svolti durante i controlli finali sui veicoli hanno dimostrato che la Casa di Hiroshima non ha attuato alcuna alterazione o falsificazione dei dati delle prove. Questo vale per entrambi i cicli di prova presi in esame, il JC08 e il WLTC.
Nonostante ciò, Mazda ha ammesso la presenza di alcuni errori durante tali procedure: su 1.472 veicoli testati secondo le modalità JC08 (e solo in questa), in 72 casi si sono rilevati errori nel tracciamento della velocità (eccessivo discostamento tra la velocità del test e quella di riferimento). Due i motivi che spiegano gli errori: il primo è che il sistema non era impostato per invalidare automaticamente i risultati in caso d’insorgenza di un errore di velocità; il secondo è il fatto che questo sistema lasci stabilire la presenza di errori di velocità ad ogni singolo ispettore.
Alla luce di questi errori, Mazda ha riesaminato i dati di prova, e i nuovi risultati hanno mostrato l’assenza di effetti sui valori specifici di consumo ed emissioni. Per evitare il ripetersi di questi errori in futuro, Mazda ha provveduto prima di tutto ad aumentare il numero di addetti che provvedono al controllo dei dati d’ispezione, oltre ad aggiornare il sistema, in modo che vengano invalidati i test nei quali si segnalino errori nel tracciamento della velocità