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Guida autonoma e Sole: il problema delle tempeste solari

Le tempeste solari e la guida autonoma, un problema da affrontare nel futuro del pilota automatico.

Guida autonoma e Sole: il problema delle tempeste solari
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 17 mar 2018

Tra gli ostacoli da affrontare per raggiungere la guida autonoma c'è anche il Sole: non bastavano le condizioni meteo avverse, come nebbia o neve che possono interferire con la visione delle telecamere e dell'hardware di bordo, ora ci si mette anche la nostra Stella.

Il problema è già noto al mondo dell'aviazione e non è certo una novità: l'attività solare è uno dei parametri tenuti sempre d'occhio da chi gestisce le reti di satelliti (qui un approfondimento su Galileo se vi interessa il tema), nello specifico le tempeste solari e le radiazioni "sparate" nello spazio. L'intensità non è sempre tale da infastidire la Terra ma, quando accade, si possono creare disservizi alle telecomunicazioni e al sistema di localizzazione satellitare.

Per questo, secondo Scott McIntosh – direttore del National Center for Atmospheric Research in Boulder (Colorado) – affidarsi troppo al GPS in un'auto a guida autonoma non è saggio. Catalogate in una scala con cinque intensità, le tempeste solari possono arrivare ad azzoppare le reti elettriche internazionali, mettere fuori uso i satelliti e bloccare le comunicazioni radio dell'emisfero esposto del pianeta.

Ovviamente McIntosh non vuole fare del facile allarmismo ma sottolinea come anche solo un paio d'incidenti nel mondo della guida autonoma potrebbero creare una tempesta (mediatica e non) tale da mettere in crisi tutto il settore. La soluzione preventiva a tali problemi, seppur rari, viaggia per più fronti.

Innanzitutto l'hardware di bordo, che deve permettere alla vettura di viaggiare autonomamente anche "offline". Qui entrano in gioco videocamere, sensori e mappe in alta definizione che devono essere salvate in locale: il cloud è comodo e permette aggiornamenti immediati ma l'auto deve prevedere un sistema di ridondanza. Sfruttando la connettività delle vetture e il 5G si potranno avere aggiornamenti in tempo reali anche di importanti quantità di dati che, però, devono restare in un buffer sull'auto (che magari possa coprire un raggio di un centinaio di chilometri) così da fronteggiare qualsiasi emergenza.

Inoltre l'industria intera dovrà necessariamente tenere d'occhio il cielo, affidandosi a servizi di previsione "meteo spaziale" così da rendere le auto pronte ad affrontare il problema. Oggi i satelliti riescondo ad avvisarci dell'arrivo di una tempesta solare con un'ora di anticipo, tempi che permettono, ad esempio, di dirottare i voli lontano dalle aree più pericolose; nel settembre 2017 il sistema di avviso ha dirottato i voli lontano dai poli in occasione di un'importante espulsione di massa coronale. Mentre si lavora per aumentare la capacità previsionale (si parla di progetti che potrebbero portarla anche a 24 ore), nel prossimo futuro la connettività sarà fondamentale: basterà una notifica sullo schermo per indicare al conducente che la localizzazione subirà disservizi entro breve, così da commutare alla guida manuale o fermare la vettura senza pilota.

Ma perché si parla di questo argomento oggi? Semplice, i tempi della guida autonoma e quelli della ripresa dell'attività solare coincideranno. Al momento, infatti, siamo in un periodo di relativa calma dopo il picco del 2014. Il ciclo di 11 anni dell'attività solare tipica (attenzione che restano comunque possibili fenomeni atipici) raggiungerà il suo picco nel 2025, anno indicato da molti come quello più probabile per la diffusione delle vetture autonome su strada, specie se consideriamo valide le promesse per il 2020/2022 e il tempo necessario al mercato per sostituire una fetta degna di nota di vetture "manuali" nel parco auto circolante.

Siamo già pronti a combattere il Sole?

Allo stato attuale lo sviluppo della guida autonoma è già a buon punto e le carte da giocarsi in caso di problemi alla localizzazione satellitare sono tante. I sistemi, infatti, si basano su sensori laser e lidard che leggono i dintorni. Unendo questa visione di prossimità con quella sul lungo termine (i dati delle mappe in alta definizione, aggiornate regolarmente), il GPS risulta potenzialmente superfluo.

A tutto ciò va aggiunto il fatto che le auto sono dotate di sistemi di ridondanza, così da potersi fermare in sicurezza in caso di tempeste solari tali da mettere in crisi le telecomunicazioni. Danny Shapiro, Senior Director dell'unità dedicata allo sviluppo della guida autonoma di NVIDIA, ha infatti puntualizzato che il cloud giocherà sì un ruolo importante ma si tratterà più di aggiornamenti o servizi accessori e i dati sulle misurazioni già inclusi nelle mappe saranno sufficienti a gestire la vettura.

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