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Speciale Guida Autonoma: i Livelli del pilota automatico | Video

I Livelli della Guida Autonoma: cosa sono e cosa significano

Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 3 nov 2017

Inizia oggi una rubrica dedicata ad approfondire la Guida Autonoma e la tecnologia che l'ha resa e la renderà possibile. Prima di entrare nelle sezioni più tecniche, però, partiamo dalle basi: i Livelli della guida autonoma.

La classificazione della SAE International ha raccolto in 5 Livelli i vari gradi di automatismi, sei se si considera il livello zero che abbraccia non solo le auto più anziane ma anche quelle recenti che possono sfruttare sistemi di sicurezza attiva ma non integrano automatismi.

Sistemi come il mantenimento di corsia, la frenata automatica, monitoraggio dell'angolo cieco o del traffico in retromarcia sono trasversali a diversi livelli. La tecnologia alla base è concettualmente la stessa che poi serve ai livelli più evoluti per il pilota automatico ma la guida autonoma ha richieste più esigenti, sia in termini di hardware che di ridondanza di sensori e processori.

Livello 0

In questo livello il conducente gestisce sterzo, freno e acceleratore, occupandosi come al solito di "navigare" nel traffico. Possono essere presenti sistemi di sicurezza attiva come l'anti-collisione con avviso e frenata automatica d'emergenza o il monitoraggio della corsia.

Livello 1

In determinate condizioni, parola che sentiremo spesso nella definizione dei vari Livelli, l'auto controlla lo sterzo o la velocità, non entrambi i parametri contemporaneamente. Il conducente si occupa di tutti gli altri aspetti della guida e mantiene il compito e la responsabilità di controllare la strada e prendere il controllo qualora l'automatismo dovesse fallire causa inconvenienti tecnici. Rientrano in questa categoria le auto con cruise control adattivo che mantiene la distanza dal veicolo che ci precede, frenando, accelerando e, in alcuni casi, gestendo anche la ripartenza da fermi.

Livello 2

L'auto può gestire sterzo, acceleratore e freno in determinate circostanze. Le manovre più complesse, come la gestione della corsie e del traffico restano appannaggio del conducente che mantien le mani sul volante o le può staccare per brevi periodi prima di essere richiamato all'ordine dal sistema. Qui troviamo tecnologie come quelle di Audi, Mercedes o Volvo ad esempio, o le prime versioni di Tesla Autopilot.

Livello 3

In determinate condizioni, l'auto può gestire la maggior parte degli aspetti della guida, incluso il controllo del traffico e dell'ambiente circostante. Aumenta la quantità di sensori, il sistema è conscio degli altri veicoli e li tiene in considerazione nell'esecuzione delle manovra. Quando l'auto si trova in una situazione in cui non riesce a pilotare automaticamente, avvisa il conducente che deve essere pronto a riprendere il controllo. Il primo esempio commerciale è quello di Audi A8 con Traffic Jam Pilot.

Livello 4

L'auto riesce a guidare senza l'input dell'umano e senza la necessità di supervisione. Il pilota può staccare "occhi e mente" dalla guida in determiate condizioni che possono dipendere dal tipo di strada o dall'area. Ad esempio il pilota si occupa della guida in città e, una volta entrati in autostrada, si trasforma in passeggero. I controlli sono presenti e possono scomparire all'interno della dashboard per poi tornare attivi all'occorrenza.

Livello 5

L'auto può guidare autonomamente su qualsiasia strada e in qualsiasi condizione. Il conducente non è più necessario così come non sono necessari i comandi fisici come volante e pedaliera, anche se possono essere previsti a scomparsa.

Nasce il concetto di robo-taxi che consentirà una forma di mobilità evoluta orientata anche allo sharing e l'unico coinvolgimento del conducente riguarda l'inserimento della destinazione. L'abitacolo cambia per adattarsi all'assenza di necessità di controlli consentendo di ridurre gli ingombri della dashboard aumentando l'abitabilità. 

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