Dieselgate: Bosch smentisce le accuse degli americani
Bosch ha ufficialmente smentito le accuse della scorsa settimana dei legali dei proprietari di Volkswagen in America, definendole "folli e infondate". Intanto è già finito lo stop alla produzione di Golf e Passat, dovuto ad una disputa con un
Bosch ha ufficialmente smentito le accuse della scorsa settimana dei legali dei proprietari di Volkswagen in America, definendole “folli e infondate". Intanto è già finito lo stop alla produzione di Golf e Passat, dovuto ad una disputa con un fornitore.
Bosch accusata dai legali di alcuni proprietari di vetture VW di aver “cospirato", insieme al Gruppo VAG, per oltre 10 anni, nello sviluppo della tecnologia che consentiva ai TDI di superare i test di controllo sulle emissioni, abbassandole temporaneamente. Questo avveniva lo scorso 17 agosto, mentre una settimana esatta dopo ecco che arriva la smentita ufficiale di Bosch.
Il famoso fornitore tedesco di componenti tecnologici ha infatti definito “folli e infondate" le accuse dei legali della corte americana di San Francisco, chiedendo che i nomi dei dipendenti non vengano menzionati all’interno dei documenti in mano alla corte.
Tali documenti – soprattutto e-mail, al momento ancora riservate – dimostrerebbero, secondo i legali americani, la collaborazione tra alcuni esponenti di Bosch e i vertici di Volkswagen in una vera e propria “strategia" per impedire agli enti regolatori nordamericani di scoprire la vera funzionalità dei software.
L’incubo fornitori (già risolto)
Bosch non è l’unico fornitore che sta provocando grattacapi al colosso di Wolfsburg: l’azienda ha infatti accettato di offire 13 milioni di euro al gruppo Prevent, uno dei principali fornitori di Volkswagen affiché il fornitore stesso riprendesse la fornitura delle proprie componenti.
Lo “sciopero" di Prevent ha infatti causato uno stop di oltre sei giorni alla produzione di Golf e Passat in Germania. Il motivo va riscontrato nell’improvviso annullamento da parte di VW di un contratto di fornitura del valore di 500 milioni di euro.
Lo annunciato il quotidiano Süddeutsche Zeitung, il quale ha aggiunto che oltre all’accordo di 13 milioni ci sia un impegno di sei anni con il fornitore, con la clausola di poter rescindere il contratto qualora le componenti non soddisfacessero i requisiti qualitativi imposti da Volkswagen.