Guida autonoma, Obama vuole una tassa per finanziarla
"Ora che il prezzo del greggio al barile scende, lo si può tassare di più", chissà se il pensiero del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sia stato questo. L'idea infatti è quella di piazzare una tassa di 10 dollari al barile, approfittando del
“Ora che il prezzo del greggio al barile scende, lo si può tassare di più", chissà se il pensiero del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, sia stato questo. L’idea infatti è quella di piazzare una tassa di 10 dollari al barile, approfittando del calo del greggio, per poter finanziare le nuove tecnologie del trasporto: l’auto a guida autonoma su tutte ma anche l’ibrido e l’elettrico. La proposta entrerà nel piano fiscale per il 2017, nell’ottica di ridurre la dipendenza interna dai motori a combustione e da carburanti inquinanti.
Se dal punto di vista economico la notizia riguarda solo i consumatori americani, ad uno sguardo più ampio questa misura porta pesanti conseguenze nell’industria dell’auto. Rappresenta infatti la prima iniziativa per finanziare le nuove tecnologie dell’auto tramite l’apparato fiscale pubblico, dando una grossa accelerata alla corsa al primato dell’Auto del Futuro.
Attualmente gli ambasciatori delle tecnologie di mobilità elettrica e di guida autonoma sono le aziende americane come Tesla, GM e Ford. Senza contare gli altri colossi della tecnologia come Google e la sua Google Car ma anche l’arrivo di Apple sul mercato auto. L’investimento del Governo americano, non porterà solo vantaggi per quel che riguarda la riduzione dell’inquinamento ambientale su suolo americano ma anche ad altri due importanti risultati: supporterebbe la crescita dell’industria nazionale garantendo molta competitività a lungo termine nei confronti della concorrenza asiatica ed europea ma spingerebbe il Paese ancora più verso l’indipendenza energetica dai produttori mediorientali.
I Repubblicani, opposizione dei Democrats di Obama, hanno già promesso battaglia contro questa legge. Potrebbe anche essere solo una mossa elettorale in vista delle elezioni di novembre prossimo ma non ci sarebbe da stupirsi nel vederla diventare realtà, vista la posta in gioco.