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Mini è un'auto da donna: la preoccupazione del produttore in Cina

L'atavico scontro tra uomini e donne sembra tornare nel mondo delle auto con le ultime preoccupazioni di Mini per la Cina. I dati di vendita, infatti, parlano di dati più che positivi nel Paese per Mini che, nei primi cinque mesi del 2014, ha fatto

Mini è un'auto da donna: la preoccupazione del produttore in Cina
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 3 lug 2014

L’atavico scontro tra uomini e donne sembra tornare nel mondo delle auto con le ultime preoccupazioni di Mini per la Cina. I dati di vendita, infatti, parlano di dati più che positivi nel Paese per Mini che, nei primi cinque mesi del 2014, ha fatto segnare un +18%, superiore alla crescita del mercato auto dell’11%.

Nonostante tali numeri siano motivo di soddisfazione, il produttore sembra insoddisfatto per il mix di vendita dato che quasi l’80% dei proprietari di Mini deriva da Venere. Motivo di preoccupazione sarebbe l’immagine del marchio in Cina che, se acquistato prevalentemente dalle donne, potrebbe scoraggiare gli uomini e quindi indirizzarli verso modelli più “mascolini".

Mini vuole cercare di dare un’identità più maschile alle sue auto e per questo ha già iniziato a indirizzare gli sforzi del marketing con un taglio che strizzi l’occhio gli uomini. Sean Green, boss della divisione cinese di Mini, ha dichiarato di voler evitare che la Mini sia additata come un’auto da donna perché ciò allontanerebbe sia gli uomini che molte donne che non vogliono acquistare un “brand per ragazze".

I dati, però, dimostrano il contrario dell’ultima parte della dichiarazione di Green visto il successo tra le donne e, inoltre, se l’auto posseduta riesce a mettere in dubbio la mascolinità degli uomini…insomma non c’è bisogno di finire questa frase!

Vedremo se la nuova direzione della campagna pubblicitaria porterà gli effetti desiderati, nel frattempo l’auto è riuscita, a discapito di un prezzo “premium" nel mercato cinese, a piazzare 11.440 unità a maggio superando le concorrenti Fiat 500 e Smart e confermando il Paese come il quarto mercato più importante per il produttore dopo USA, UK e Germania.

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