
15 Ottobre 2019
Quando si chiamano in causa due marchi come Airbus e Italdesign non può non nascere qualcosa di interessante. A Ginevra debutta una soluzione per il trasporto del futuro, tra terra e aria.
Si chiama PopUp ed è modulare: la capsula per il trasporto passeggeri si collega al mezzo terrestre o a quello aereo (un quadricottero) e si possono studiare soluzioni di trasporto in grado di sfruttare ogni tipo di altro veicolo, con l'unico limite che è rappresentato dall'immaginazione. Con Pop.Up si potrà ad esempio scappare dal traffico cittadino utilizzando il modulo aereo e proseguire poi il trasporto con la nostra auto parcheggiata fuori città, tutto ovviamente con motori elettrici a spinge i due veicoli. Un'app dedicata proporrà la soluzione di trasporto migliore prendendo in considerazione i parametri impostati dall'utente (tempo disponibile, costi, eventuale ride-sharing) e quelli ambientali (traffico, meteo).
In modalità aerea gli 8 motori elettrici per un totale di 136 kW spingono un modulo con pacco batterie da 70 kWh e un raggio d'azione di 100 chilometri. I rotori consentono di raggiungere la velocità massima di 100 chilometri orari. Quando si passa al modulo terrestre intervengono i motori elettrici (la trazione è posteriore) da 60 kW. La batteria da 15 kWh si ricarica in 15 minuti, promette 130 chilometri di autonomia e permette di raggiungere la velocità massima di 100 km/h grazie al peso del pianale contenuto in soli 200 chilogrammi ai quali si aggiungono i 200 chili della capsula per due passeggeri.
La capsula cuore del sistema modulare (si inserisce nell'auto o viene agganciata dal drone), è un modulo da 2.6 metri con monoscocca in fibra di carbonio, 1.5 metri di larghezza e 1.4 di altezza. La parte terrestre del progetto è un telaio, anch'esso in fibra di carbonio, con i motori e il pacco batterie, in grado di interfacciarsi con i comandi della capsula e ovviamente predisposto per la guida autonoma. Una volta giunti a destinazione i moduli tornano in carica e il progetto strizza l'occhio al ride-sharing, così da ridurre i costi che sarebbero proibitivi se si considerano le cifre necessarie per avere un quadricottero con 8 rotori (quattro più quattro controrotanti).
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