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IA vs uomo: la battaglia (virtuale) tra F-16 ha un indiscusso vincitore

L'intelligenza artificiale fa vedere cosa è capace di imparare (e di fare).

IA vs uomo: la battaglia (virtuale) tra F-16 ha un indiscusso vincitore
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Stefano Bontempi
Stefano Bontempi
Pubblicato il 23 ago 2020

Intelligenza artificiale 5, essere umano 0. É questo il risultato della finale degli AlphaDogfight Trials, organizzati dalla Johns Hopkins University e dalla Defence Advanced Research Project Agency statunitense (DARPA). La sfida ha visto impegnati piloti professionisti della marina e aviazione militare americana contro otto diversi gruppi di ricerca specializzati nello sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale

Risultato sorprendente? Visto il passato, non più di tanto. Basti pensare ad AlphaGo di DeepMind, campione indiscussa del gioco di logica e strategia Go che prima ha stracciato il numero 1 al mondo Lee Sedol nel 2016, poi ha battuto 3-0 Ke Jie l'anno successivo per poi infliggere un sonoro 100-0… a se stessa quando, aggiornata con il Reinforcement Learning, ha polverizzato la sua versione precedente in una sfida tutta tra computer.

Qui niente giochi, sostituiti da aerei da caccia (virtuali). L'F-16 guidato sul simulatore da un pilota professionista dell'aviazione USA attraverso un visore di realtà virtuale è stato abbattuto dalla squadra affidata all'intelligenza artificiale di Heron System, piccola società con sede nei pressi di Washington che a sua volta ha sconfitto le soluzioni di intelligenza artificiale degli altri 7 concorrenti, accedendo così alla finale. Abbattuto, si diceva, e per ben 5 volte contro le 0 dell'avversario. 

La vittoria ha un sapore speciale sia per chi è uscito indenne dalla battaglia nei cieli virtuali di AlphaDogfight, sia per chi ha (ripetutamente) perso. Sì, perché è stata la dimostrazione pratica di come l'IA possa essere d'aiuto all'aviazione, affiancandosi di fatto all'operato umano. "Senza mai sostituirlo", afferma Timothy Grayson direttore dello Strategic Technology Office della DARPA: "l'umano si concentra su ciò che sa fare meglio, come il pensiero strategico, e l'IA gestisce il resto come si trattasse di un'arma evoluta".

Applicare l'intelligenza artificiale ai combattimenti aerei non significa solamente pilotare il velivolo: pensare che l'algoritmo applicato era inizialmente incapace di svolgere qualsiasi operazione, anche la più semplice. Sono servite 4 miliardi di simulazioni svolte simultaneamente su più computer per insegnare all'IA le manovre, sia quelle giuste sia quelle sbagliate ("ogni errore ha un costo, ma questi costi non sono tutti uguali", riporta Defenseone). L'obiettivo della gara, dunque, era quello di dimostrare come la migliore squadra possa essere costituita dall'uomo affiancato alla macchina, una sorta di "simbiosi uomo-macchina" come l'ha definta il Direttore Grayson. E i campi di applicazione possono essere molteplici: non solo in ambito militare, ma anche dell'aviazione civile.

Riportiamo il video completo dell'evento finale: mettetevi ben comodi, dura più di 5 ore!

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