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Rolls-Royce, vi porto dietro le quinte del lusso tra "fantasmi", miele e artigiani

Un viaggio surreale dove si producono le Rolls-Royce

Rolls-Royce, vi porto dietro le quinte del lusso tra "fantasmi", miele e artigiani
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 8 dic 2024

Rolls-Royce non è un brand di auto come gli altri e, in un mondo che sembra voler tornare indietro sulle auto elettriche, l'azienda inglese che si affaccia su Goodwood mi racconta di come la Spectre, la Rolls-Royce elettrica, sia in realtà un'auto perfetta per i suoi clienti, sia per silenziosità, sia per autonomia dato che le percorrenze medie e annuali sono compatibili con quelle offerte dalla batteria.

Ma, allo stesso tempo, il V12 è qualcosa che Rolls-Royce non ha certo intenzione di mandare in pensione per il momento: nei piani del futuro, la transizione elettrica completa è prevista per il 2030 e, fino ad allora, il V12 continuerà ad uscire dall'impianto di produzione della Home of Rolls-Royce, caratterizzato da una calma e tranquillità, anche uditiva, che difficilmente ho riscontrato altrove…

HOME OF ROLLS-ROYCE: QUI PRODUCONO AUTO?

Siamo nel West Sussex, nella Home of Rolls-Royce nata nel 2003. Bastano pochi passi all'interno dall'impianto di produzione, accessibile tramite un ponte collegato direttamente con la mensa aziendale, per sperimentare una sensazione di quelle mai provate prima nei miei tour delle fabbriche del mondo automotive.

Qui c'è uno strano silenzio, o meglio un'atmosfera molto meno contaminata dai tipici rumori ritmati e da quel brusio di fondo delle macchine e dei robot che caratterizzano gli impianti di produzione di massa, anche quelli dei marchi premium.

Ovvio, non è che non si producano suoni o rumori, ma le stazioni sono talmente dominate dalla componente umana, gli operai qualificati che seguono un addestramento minimo di 6/7 mesi prima di iniziare, che il livello dei decibel è assolutamente accettabile.

L'ordine geometrico del cortile esterno della fabbrica, curata nella presentazione tanto che anche gli alberi oggi spogli mantengono una geometria perfetta, si riscontra anche all'interno.

E non parlo solamente delle sale eleganti dove i facoltosi clienti incontrano designer e progettisti per cucirsi addosso l'auto dei propri sogni, ma anche delle viscere dell'impianto, quelle che l'immaginario collettivo dipinge come sporche e rumorose e che qui, invece, sono luminose, pulite e per nulla assordanti

L'impianto non è certo da grandi volumi, ma Rolls-Royce ha integrato bene la linea produttiva affinché ci sia la completa flessibilità tra le motorizzazioni, passando da una Spectre elettrica a una Ghost con il V12: il matrimonio, l'unione tra motore e scocca, avviene nella quiete tipica degli ambienti di alta classe.

PERSONALIZZAZIONE ESTREMA

Già, personalizzazione, scelta e coinvolgimento tramite esperienze uniche sono la chiave di Rolls-Royce e del suo prestigio. Il viaggio dei clienti inizia nelle sale private ricche di spunti di design, di campioni di colori e tessuti e di oggetti che richiamano il passato dell'azienda. 

Qui si fa di tutto: Rolls-Royce non mette limiti, d'altronde non è compito dall'azienda erigersi a polizia del gusto estetico proprio perché il gusto, e il concetto di bello, cambia da cultura a cultura. Ciò che è elegante per gli occidentali potrebbe essere considerato kitsch per gli orientali, o ciò che è cringe per un cliente giovane potrebbe invece essere considerato tradizionale e lussuoso per un cliente più anziano.

Il limite, per Rolls-Royce, non è quindi rappresentato da un colore o da un accostamento di materiali, ma dall'eccellenza: per l'azienda, se si fa qualcosa questa deve essere perfetta, ed è solo in quei casi in cui è tecnicamente impossibile raggiungere la perfezione che il cliente si sente dire di no.

Altrimenti, tutto è concesso, a patto ovviamente di avere la pazienza di aspettare anche quattro o cinque anni per i progetti più esclusivi (coachbuilding). Non che i progetti personalizzati "bespoke" richiedano meno tempo: dipende dalla profondità di intervento, ma è difficile scendere sotto gli otto o nove mesi se si personalizza l'auto, fino ad arrivare a superare l'anno se la lista delle richieste diventa più lunga. 

In USA ci sono anche le Rolls-Royce in "pronta consegna", auto comunque personalizzate dall'azienda che poi finiscono nelle concessionarie dove il pubblico americano, più abituato a "guardare-puntare-scegliere", decide tra quelle in mostra.

In realtà, con l'espansione degli ultimi anni, Rolls-Royce ha aperto altri quattro private office: New York, Shanghai, Dubai e Seul ospitano i designer di Rolls-Royce che ricevono i clienti come a Goodwood, e li creano con loro l'auto personalizzata. 

ESPERIENZE UNICHE

L'altra componente che differenzia Rolls-Royce da tutti gli altri è l'attenzione al cliente, che diventa quasi uno di famiglia di cui il brand impara i gusti e le esigenze, e che ospita sempre volentieri a Goodwood. I più facoltosi, vengono infatti invitati in azienda a premere il tasto che avvia la produzione del proprio modello, o quello che avvia la fase di verniciatura con la tinta esclusiva che magari ha richiesto mesi per essere creata ad hoc. 

In ognuna delle 42 stazioni, che sia quella dove il motore si unisce alla scocca (marriage) o quella che realizza i sedili, il monitor indica in ogni momento il riferimento del cliente che ha commissionato quell'auto.

Perché qui non si bada a spese, fondendo artigianato e tecnologia: artisti, artigiani che lavorano il legno, esperti di materiali, tatuatori, scultori… sono queste le professioni di alcuni dei 2.500 dipendenti di Rolls-Royce. Tutti sono altamente specializzati, da chi seleziona i pellami evidenziando a mano i difetti che poi la macchina dedicata al taglio andrà a scartare, fino a chi intreccia una ad una le fibre ottiche del tetto Skylight, un piccolo capolavoro che può essere ovviamente personalizzato. 

Così si può creare la costellazione della data preferita del cliente, un anniversario ad esempio, oppure usare le fibre ottiche per disegnare il logo di un hotel di lusso. E, mentre si viaggia, lo Skylight si animerà di tanto in tanto con qualche cometa di passaggio. 

GHOST SERIES II

Il viaggio da Londra a Goodwood avviene a bordo di una Rolls-Royce Ghost, e da passeggero apprezzo subito l'estremo comfort del sedile posteriore, un divano completamente regolabile tramite i comandi elettrici, con il tavolino a scomparsa (anch'esso rigorosamente elettro-attuato) che si trasforma a tutti gli effetti in una postazione di lavoro per il laptop. 

E l'effetto tappeto volante delle sospensioni è davvero qualcosa di magico, tanto che il percorso tutte curve tra le stradine della campagna inglese passa senza problemi. Insomma, la prima serie è già un'auto moderna, lussuosa e comoda, ma con la Series II la gamma Ghost porta un aggiornamento 

L'aggiornamento è quasi impercettibile, ma aumenta ancora di più l'esclusività degli interni, oltre ad esserci un inevitabile progresso tecnologico lato infotainment, con la strumentazione digitale, e lato connettività: chi siede dietro può collegare in maniera indipendente il proprio smartphone allo schermo posto sullo schienale dei sedili anteriori. 

Sotto la scocca resta il V12 da 6,75 litri, unità puramente benzina, biturbo, da  571 cv e ben 850 Nm di coppia massima disponibile subito, a 1.600 giri. Inalterate anche le sospensioni pneumatiche Planar che avevo apprezzato nel viaggio con la Ghost Series I: usano il GPS e le telecamere per far si che l'auto reagisca in anticipo compensando i movimenti di cassa e adattando l'ammortizzazione.

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