Filosa, Urso e Anfia insieme per proteggere la filiera automotive italiana
Stellantis, Governo e ANFIA al tavolo: flessibilità UE, rilancio delle piccole auto e nuova intesa per la filiera italiana

Un tavolo ministeriale può sembrare routine, ma quello che si è svolto l’8 settembre 2025 a Palazzo Piacentini, sede del MIMIT, ha segnato un passaggio simbolico. Da una parte il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Dall’altra Antonio Filosa, da pochi mesi alla guida di Stellantis, e Roberto Vavassori, presidente di ANFIA. In mezzo, il destino della filiera automobilistica italiana, stretta tra vincoli europei e sfide industriali.
L’incontro, definito “cordiale” dalle parti, non è stato soltanto un esercizio diplomatico. Al centro del confronto ci sono stati temi concreti: la necessità di rendere più flessibili le regole europee sulle emissioni, il futuro delle auto compatte prodotte in Italia e il rapporto, non sempre lineare, tra il Governo e il colosso Stellantis, nato dalla fusione tra FCA e PSA.
Normative UE, il nodo che soffoca i costruttori
Urso, Filosa e Vavassori hanno condiviso un messaggio chiaro: le normative europee così come sono non aiutano né la competitività né la sostenibilità del settore. In particolare, a preoccupare è il destino dei veicoli commerciali e delle piccole auto, da sempre il cuore della produzione italiana.
La richiesta rivolta a Bruxelles è duplice: da un lato, salvaguardare la neutralità tecnologica, senza imporre una sola strada obbligata verso l’elettrico; dall’altro, introdurre margini di flessibilità nei target ambientali. “Il dialogo strategico con la Commissione deve tradursi in azioni concrete”, è stata la sintesi condivisa dai partecipanti. A rafforzare questa posizione c’è anche ANFIA, l’associazione che riunisce la filiera. Per Vavassori l’Italia ha bisogno di regole che tengano conto della propria struttura industriale e non schiaccino un comparto che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone.
Il nuovo corso di Filosa: pragmatismo e apertura
La svolta, però, si è vista soprattutto nel cambio di atteggiamento di Stellantis. Con Carlos Tavares i rapporti con il Governo italiano erano stati spesso tesi, tra annunci di chiusure e polemiche sui volumi produttivi. Con Antonio Filosa, al vertice del gruppo dal 28 maggio 2025, lo scenario appare diverso. Filosa, cresciuto in Fiat e con un curriculum costruito nel gruppo, ha scelto un approccio meno ideologico e più pragmatico. Nell’incontro ha ribadito la volontà di “lavorare insieme al Governo”, sottolineando la centralità dell’Italia nelle strategie del gruppo.
Questo si traduce in due impegni. Il primo riguarda il piano “Dare Forward 2030”: se inizialmente puntava in modo radicale al full electric, oggi viene rivisto in chiave più equilibrata, con il rilancio di soluzioni ibride e di transizione. Il secondo riguarda i siti produttivi italiani. In particolare Mirafiori, che sarà chiamato a produrre la nuova Fiat 500 ibrida, simbolo della volontà di preservare il segmento delle piccole auto. Il clima, insomma, è di tregua e collaborazione. Non mancano i nodi da sciogliere, ma la “postura" di Stellantis lascia intendere un cambio di passo rispetto al passato.
Prossimi passi: dall’intesa alle azioni concrete
Le parti hanno concordato di rivedersi presto per un nuovo tavolo tecnico. Obiettivo: analizzare dati aggiornati sulla competitività della filiera italiana e costruire insieme una strategia da portare a Bruxelles. Per il Governo, si tratta di un’occasione per difendere posti di lavoro e know-how industriale. Per Stellantis, un modo per dimostrare di credere ancora nell’Italia come hub produttivo. Per ANFIA, la possibilità di non vedere sacrificata una catena di fornitura che è patrimonio del Paese. “Serve pragmatismo e visione”, è stata la conclusione emersa dall’incontro. Una frase che, in poche parole, descrive bene lo spirito con cui si è aperta questa nuova fase.