Michelin accoglie la normativa Euro 7 sull’usura degli pneumatici, ma chiede test reali
Test su strada o in laboratorio a tamburo? Michelin sostiene la prima misurazione.

L’impegno dell’Unione europea verso una mobilità sostenibile passa anche per l’adozione del nuovo standard Euro 7. Il nuovo standard si contraddistingue per una svolta storica. Per la prima volta, infatti, l’Unione europea ha deciso di regolamentare non solo le emissioni dei veicoli, ma anche quelle derivanti dall’usura degli pneumatici. Michelin ha accolto con favore questa decisione, ritenendola fondamentale per proteggere l’ambiente e per riconoscere il valore dei produttori che investono realmente in innovazione e responsabilità ambientale. La casa francese si dice pronta ad affrontare la sfida, ma sottolinea come l’efficacia della nuova normativa dipenderà in larga parte dal metodo di misurazione scelto.
Come misurare l’usura degli pneumatici
Al momento, sono in discussione due approcci differenti per il calcolo delle emissioni. Il primo, sostenuto da Michelin e dall’industria europea, consiste in un test su strada effettuato in condizioni reali. Questo metodo misura le particelle di usura in grammi per chilometro e per tonnellata di carico e ha il vantaggio di offrire risultati riproducibili, rappresentativi e trasparenti. Da sei anni è oggetto di sviluppo in collaborazione con le autorità e ha ottenuto il supporto dell’ADAC, l’associazione automobilistica tedesca, le cui analisi hanno confermato la coerenza dei dati rispetto a quelli dei produttori.
L’alternativa proposta è un test in laboratorio effettuato su tamburo, una soluzione ancora in fase sperimentale che si basa su parametri tecnici non completamente definiti. Secondo Michelin, questo metodo sarebbe più vulnerabile a manipolazioni, rischiando di generare risultati non rappresentativi delle reali emissioni su strada. Anche l’ADAC, nel suo studio, ha evidenziato che questo approccio non è sufficientemente affidabile per un’applicazione immediata.
In quasi un terzo dei casi analizzati, i risultati divergono in modo significativo. In un esempio citato da Michelin, un pneumatico con un indice di abrasione di 1,42 risulterebbe non conforme se valutato con il test su strada, ma verrebbe invece approvato se sottoposto al metodo di laboratorio, che rileva un indice di 0,83.
Secondo l’azienda francese, l’adozione prematura del metodo di laboratorio comporterebbe gravi conseguenze. Sul piano economico, si rischierebbe di favorire l’ingresso sul mercato europeo di pneumatici meno costosi e meno innovativi. Sul fronte ambientale, l’efficacia della normativa verrebbe compromessa, vanificando gli sforzi di chi ha già investito in tecnologie più sostenibili. Per questo Michelin sostiene l’applicazione immediata del metodo di prova su strada e si dice disponibile a contribuire allo sviluppo di test di laboratorio affidabili, che possano diventare complementari una volta raggiunta una maturità tecnica adeguata. Michelin si dice pronta a rispettare le nuove soglie già dal 2028 per tutti i suoi nuovi prodotti, con l’obiettivo di estendere la conformità a tutta la gamma auto entro il 2030.