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BMW e Mercedes-Benz sollecitano l'accordo tariffario tra UE e USA

La strategia di BMW e le tensioni commerciali tra Europa e USA sulle tariffe auto

BMW e Mercedes-Benz sollecitano l'accordo tariffario tra UE e USA
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Mario Brambilla
Mario Brambilla
Pubblicato il 29 gen 2025

BMW sta cercando di ridurre le barriere commerciali tra l'Europa e gli Stati Uniti proponendo all'Unione Europea un abbassamento della tariffa sulle importazioni di automobili statunitensi, portandola dall'attuale 10% al 2,5%. L'iniziativa, rivelata dal CEO Oliver Zipse, mira ad allineare il dazio europeo con quello attualmente imposto dagli Stati Uniti sulle auto importate dall'Europa.

Parlando durante una conferenza a Berlino organizzata dal quotidiano tedesco "Die Welt", Zipse non ha specificato se la sua proposta riguarderebbe tutti i veicoli o solo alcune categorie. Tuttavia, le sue dichiarazioni si inseriscono in un contesto più ampio di crescenti tensioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.

EVITARE PEGGIORAMENTI

Il tema delle tariffe automobilistiche è infatti tornato al centro dell'attenzione dopo le recenti dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha minacciato di imporre dazi più elevati sulle auto europee per compensare quelli che definisce "squilibri commerciali preoccupanti" tra l'UE e gli USA.

Anche Ola Källenius, CEO di Mercedes-Benz e presidente dell'Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA), ha recentemente sollecitato un'intesa con l’amministrazione statunitense per evitare un’escalation tariffaria. Källenius ha auspicato un “grande accordo” tra le due parti, in grado di scongiurare una guerra commerciale che danneggerebbe gravemente il settore automobilistico europeo.

NON C’E’ PACE

Nel frattempo, le agenzie di rating Moody’s e S&P prevedono che i dazi sulle auto esportate dall'Europa verso gli Stati Uniti potrebbero aumentare di un ulteriore 10%, con impatti significativi sui profitti dei costruttori europei. Secondo l’analista di Moody’s Ruosha Li, una simile evoluzione eroderebbe in modo considerevole i margini delle case automobilistiche europee.

Tuttavia, non tutti i produttori subirebbero le conseguenze nello stesso modo. Secondo Moody’s, aziende come BMW e Mercedes-Benz sarebbero relativamente meno colpite rispetto a competitor come Volkswagen e Volvo, grazie alla presenza di grandi impianti produttivi negli Stati Uniti.

Zipse ha sottolineato il ruolo cruciale della fabbrica BMW di Spartanburg, in South Carolina, la più grande del marchio a livello globale. Lo stabilimento produce un numero di veicoli superiore a quelli venduti da BMW negli USA, una strategia che potrebbe attenuare gli effetti di eventuali aumenti tariffari.

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