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Kei car, sono davvero loro la soluzione per rilanciare l'auto in Europa?

Da tempo Renault e Stellantis guardando al modello delle kei car giapponesi

Kei car, sono davvero loro la soluzione per rilanciare l'auto in Europa?
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 23 giu 2025

Le kei car sono piccole auto commercializzate esclusivamente in Giappone dove continuano ad avere da sempre un grande successo commerciale. Le loro caratteristiche sono definite per legge dato che non possono superare una lunghezza di 3,4 metri ed una larghezza di 1,48 metri. Il loro motore (660 cc la cilindrata massima), inoltre, non può disporre di una potenza superiore ai 64 CV. Insomma, vetture molto compatte, adatte a circolare nei caotici centri urbani e proposte ad un prezzo particolarmente interessante. Il tutto permettendo di arrivare a trasportare a bordo fino a 4 passeggeri. Vetture vere, anche se piccole, ben diverse dai quadricli che stanno trovando diffusione in alcuni Paesi europei.

Inoltre, in Giappone, oltre ad essere più economiche da acquistare e gestire, le kei car beneficiano di una serie di incentivi, tra cui tasse più basse. In Europa c’è chi ha iniziato a guardare con interesse a queste vetture perché piccole auto elettriche potrebbero rappresentare una soluzione per rilanciare l’industria automotive del Vecchio Continente, trattandosi di un prodotto molto appetibile per le persone in virtù dei prezzi accessibili.

KEI CAR EUROPEE

In Europa si vendono sempre meno auto e soprattutto oggi costano sempre di più. Non è un mistero che negli ultimi mesi John Elkann, presidente di Stellantis, e Luca de Meo, all’epoca CEO di Renault, abbiamo più volte rilanciato l’opportunità di tornare a puntare su piccole auto elettriche guardando proprio al modello delle kei car giapponesi. Vetture piccole ed economiche aiuterebbero le case automobilistiche del Vecchio Continente ad aumentare la produzione e le vendite, con tutti i benefici del caso.

Trattandosi di auto nate per un uso essenzialmente cittadino, sarebbero tecnicamente più semplici e soprattutto non dovrebbero disporre di batterie particolarmente grandi dato che l’autonomia non sarebbe certamente un problema. Se fino a poco tempo fa il segmento A sembra morto o quasi, oggi si è tornato a guardarlo con interesse. Sono infatti in arrivo diversi modelli, pensiamo ad esempio alla nuova Renault Twingo, ma l’idea di Stellantis e Renault sarebbe quella di andare ancora oltre proponendo delle piccole elettriche per la città ma sempre “vere” auto e non dei quadricicli.

SERVONO REGOLE AD HOC

Trovata la soluzione ai problemi dell’industria auto del Vecchio Continente? I vantaggi potrebbero essere molti ma c’è un problema che si chiama “normativa”. Per poter arrivare a produrre e commercializzare kei car in Europa servono nuove regole per l’omologazione espressamente pensate per auto più piccole. Infatti, oggi ci sono troppe regole pensate per lo più per vetture ben più grandi. Per rispettarle sui modelli più piccoli la conseguenza è un aumento importante dei costi. Inoltre, servirebbe una legislazione europea che ne favorisca la diffusione, un po’ come fanno in Giapponese. Il futuro delle auto in Europa passa davvero attraverso le kei car come qualcuno vorrebbe? Lo scopriremo.

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