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Stellantis, in Italia la crisi dei chip sta colpendo la produzione più della pandemia

In Italia la produzione del Gruppo Stellantis è stata fortemente penalizzata dalla crisi dei chip.

Stellantis, in Italia la crisi dei chip sta colpendo la produzione più della pandemia
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 9 ott 2021

La crisi dei chip sta causando molte difficoltà alle case automobilistiche che sono costrette a ridurre sensibilmente la produzione delle loro auto con conseguenti pesanti danni economici. L'impatto del problema, per i costruttori sta diventando sempre più grave. Per esempio, in Italia, la crisi dei chip sta penalizzando il Gruppo Stellantis in maniera importante, portando a blocchi produttivi che stanno colpendo di più del lockdown del 2020.

A riferire di questa situazione, la Fim Cisl attraverso il suo segretario nazionale Ferdinando Uliano. Secondo quanto raccontato, nei primo 9 mesi del 2021 c'è stato un aumento della produzione del 14,2% rispetto al 2020 (dato cumulativo tra autovetture e mezzi commerciali) quando, però, la produzione era bloccata a causa del lockdown. Facendo un confronto con il 2019, il dato, invece, è fortemente negativo con un -16,3%.

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Un risultato negativo riconducibile in gran parte ai fermi produttivi a seguito dei problemi di fornitura dei semiconduttori. In particolare, il sindacato evidenzia che le difficoltà riscontrate nei primi 6 mesi del 2021 si sono aggravate nell'ultimo trimestre portando a blocchi di produzione che stanno penalizzando più del lockdown del 2020.

L'unico stabilimento che non ha avuto problemi produttivi è quello di Mirafiori dove viene prodotta la 500 elettrica. La produzione di questo modello non può fermarsi perché il Gruppo deve raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2 della flotta, pena multe molto salate.

Se analizziamo i dati l’incremento di circa 43.513 veicoli rispetto al 2020, compensano la perdita di circa 12.750 veicoli determinatesi negli stabilimenti di Cassino, Pomigliano e Melfi. La situazione è veramente pesante, nell’ultimo trimestre su circa 50 giorni potenziali di lavoro (65 lavorativi – circa 15 gg ferie), solo il Polo Torinese e Maserati Modena non hanno subito fermate. Per gli altri stabilimenti si riducono i turni e le giornate lavorative utilizzando la Cig: Cassino -38%, Pomigliano – 70%, Melfi -54%. Anche Sevel passata indenne nel primo semestre, si ritrova con una riduzione delle giornate lavorative nel trimestre del 28%.

Secondo il sindacato, la preoccupazione è che i problemi maggiori si sono riscontrati nell'ultimo periodo e che la situazione potrebbe non migliorare per tutto il primo semestre del 2022.

Emblematica la situazione di Melfi che per settembre e ottobre lavorerà 7 giorni ogni mese.

Per Ferdinando Uliano non si riuscirà a raggiungere la produzione 712.000 veicoli dell’anno del lockdown. Tutto questo avviene in un momento in cui il mercato auto stava vivendo ancora delle difficoltà a causa degli effetti della pandemia. Il sindacato poi aggiunge che contestualmente si stanno esaurendo pure gli effetti positivi degli incentivi.

Il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro è un problema di ordine geopolitico che il governo del nostro Paese deve affrontare in maniera strategica. Le nostre preoccupazioni riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito da questa situazione, a cui si aggiungono le preoccupazioni che rischiano di determinarsi a cascata su investimenti e indotto.

La paura per il sindacato è che Stellantis, a causa di questa situazione, modifichi il programma di investimenti per l'Italia. Per questo, le principali sigle sindacali incontreranno il Gruppo Stellantis il prossimo 11 ottobre al MISE per assicurarsi che il piano venga portato a completamento.

I sindacati chiedono, dunque, garanzie, anche in vista del lancio dei nuovi modelli. Il timore è che la crisi dei chip possa ritardare il loro debutto. Si tiene, inoltre, che il Governo italiano non possa assistere passivamente a questa situazione.

Dopo la partenza a marzo 2021 della produzione di Maserati MC20 a Modena, nei prossimi mesi sono previsti i lanci del Suv Grecale nello stabilimento di Cassino e del Suv di Alfa Romeo Tonale (anche nelle due versioni ibride) a Pomigliano d’Arco e delle due Maserati GT e GC a Mirafiori. Siamo preoccupati per due ordini di problemi: quando calano le vendite e ricavi, gli investimenti potrebbero subire uno spostamento; il secondo ordine di problemi è collegato al problema dei semiconduttori e al lancio commerciale delle nuove auto. Le attese sui nuovi prodotti non possono essere eccessive. Slittamenti temporali sui lanci rischiano di colpire ulteriormente l’occupazione e i salari, è per questo motivo che i vertici di Stellantis devono fornire garanzie ed esplicitare le difficoltà che potremmo avere nei prossimi mesi. In questa situazione, riteniamo che il governo non può assistere passivamente.

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