Dashcam sulle auto: 5 falsi miti da sfatare secondo Geotab
Le dash cam giocano un ruolo protagonista in un dibattito sulla loro regolamentazione. Geotab Inc ha stilato una lista di falsi miti su di esse

Oggi più che mai, la tecnologia è la chiave per rivoluzionare la gestione delle flotte e le telecamere montate a bordo dei veicoli ricoprono un punto centrale in un acceso dibattito che spesso contrappone innovazione e rispetto delle regole. Il loro potenziale in termini di miglioramento della sicurezza stradale è tangibile, anche se ci sono convinzioni errate che ne rallentano l’adozione. Per evitare i dubbi più comuni o le incomprensioni in merito alle dash cam, Geotab ha stilato una lista di 5 falsi miti che possono generare confusione e incertezza per chi gestisce le flotte aziendali.
Le dash cam non sono illegali in Italia, come spesso si pensa. La loro installazione non è vietata, ma deve rispettare regole precise: da un lato quelle legate alla privacy, dall’altro quelle della sicurezza stradale. Il Codice in materia di protezione dei dati personali stabilisce requisiti chiari sul trattamento delle immagini , imponendo trasparenza, limiti di utilizzo e tempi di conservazione definiti. Allo stesso tempo, il Codice della Strada vieta che questi dispositivi ostacolino la visuale o la libertà di movimento del conducente.
Un altro falso mito riguarda la proprietà delle registrazioni: i video non appartengono al produttore delle dash cam, ma all’azienda che gestisce i veicoli. Il produttore agisce solo come responsabile del trattamento, mentre è il titolare dei dati – quindi l’azienda – a decidere come e quando conservarli, eliminarli o utilizzarli, nel rispetto del GDPR. Non si parla quindi di proprietà, ma di controllo e responsabilità nell’uso delle immagini.
Anche la condivisione dei filmati non è sempre vietata: può avvenire quando esistono basi giuridiche chiare, come nel caso di incidenti, in cui i video vengono trasmessi all’assicurazione o alle autorità. Naturalmente, è buona prassi oscurare volti, targhe e altri dati sensibili, oltre a cancellare rapidamente ciò che non ha più utilità. Molti pensano che se la dash cam è spenta non ci sia bisogno di informare chi guida. In realtà, la sola presenza del dispositivo richiede trasparenza: il conducente deve sapere che potrebbe essere ripreso. Questo obbligo può essere assolto in vari modi, da informative scritte a semplici adesivi ben visibili.
Infine, le dash cam non sono solo strumenti “a posteriori". Le versioni moderne, integrate con sistemi di intelligenza artificiale, possono riconoscere in tempo reale segnali di distrazione, sonnolenza o utilizzo del telefono, e avvisare immediatamente il conducente. Alcuni modelli segnalano persino rischi di collisioni o deviazioni di corsia. In questo modo, non si limitano a registrare gli eventi, ma contribuiscono a prevenirli, aiutando le aziende a formare i conducenti e a promuovere una cultura della sicurezza più forte e consapevole.