Osservatorio Continental: un italiano su due si sposta in auto per paura del contagio
Dalla seconda edizione dell'Osservatorio Continental emergono le nuove esigenze di mobilità ai tempi della pandemia.

Il secondo Osservatorio Mobilità e Sicurezza di Continental ha affrontato temi quali le conseguenze della pandemia sugli italiani e le nuove forme di mobilità. Questa edizione è stata redatta in collaborazione con l’istituto di ricerca Euromedia Research.
UN NUOVO CONTESTO
L'Osservatorio parte innanzitutto a valutare il nuovo contesto sociale fortemente influenzato dallo scoppio dell'emergenza sanitaria. Secondo le rilevazioni di Euromedia Research, la pandemia ha “congelato” le aspettative e le attese degli italiani accelerando un trend che, comunque, era in atto da tempo. Gli italiani, oggi, sono dominati da un sentimento di “paura” sia nei confronti del contagio, sia nei confronti della ricerca di una normalità nella convivenza a stretto contatto con il virus.
La pandemia, il lockdown, il virus e la crisi economica hanno minato quel sentimento di fiducia delle persone. A fronte di un 47,4% di italiani che prova ancora emozioni positive di speranza, tranquillità, sollievo e felicità, diffuse soprattutto tra i cittadini con più di 65 anni, c’è un 45,6% di cittadini che prova emozioni negative come ansia, paura e fastidio, stati d’animo che emergono con particolare forza tra coloro che fanno gli autisti di professione.
L’AUTO TORNA CENTRALE
La paura di contagio influenza anche il modo di muoversi delle persone che oggi preferiscono l'auto: oltre un italiano su due (56,7%) sceglie di spostarsi in auto perché la ritiene il mezzo più sicuro con cui muoversi (66,6%), un dato significativo che registra una crescita del 22,5% rispetto all’anno precedente. Le automobili, dunque, sono percepite nel contesto attuale come sinonimo di prudenza e responsabilità.
Le persone che hanno modificato maggiormente le proprie abitudini sono gli over 65, ovvero i più esposti ai gravi pericoli del virus (il 65% degli italiani che si sposta in auto sono over 65). I mezzi pubblici, d’altra parte, continuano a essere comunque utilizzati ma solo da due italiani su cinque (il 22,5%) e solo il 2,7% si sente sereno nel farlo. Biciclette, monoruota e monopattini sono il mezzo di trasporto scelto solo dal 3,4% degli intervistati, residenti prevalentemente nelle grandi città.
Secondo l'Osservatorio, circa tre italiani su dieci (34,3%) hanno raccontato di aver cambiato le proprie abitudini di mobilità: il 39,2% lo ha fatto per paura dei mezzi pubblici, l’11,4% per la paura dell’affollamento dei treni, il 10% per la paura di uscire di casa. A fronte di questo 60,6% che dichiara di aver cambiato le proprie abitudini per “paura”, il 31,2% degli intervistati riconduce la drastica riduzione del proprio bisogno di mobilità a delle cause oggettive come lo smartworking o il ritorno alle proprie terre d’origine, il southworking.
Il ritorno alle "vecchie abitudini" non sembra che avverrà presto a sentire gli italiani. Infatti, l’83,2% degli intervistati dichiara che almeno per l’autunno e l’inverno manterrà le nuove abitudini “sicure” di spostamento e il 70% si spinge oltre e dichiara che le manterrà anche quando si raggiungeranno zero contagi e arriverà il vaccino.
Da questo cambio di abitudini emerge, comunque, la centralità dell'automobile come strumento principale per spostarsi. Un mezzo che gli italiani desiderano sostenibile sia dal punto di vista economico che da quello ambientale e in grado di garantire spostamenti sicuri, efficienti e puliti. Secondo l'Osservatorio, uno su tre si dichiara disponibile ad acquistare un nuovo veicolo: il 20,5%, potendo scegliere, acquisterebbe un’auto ad alimentazione ibrido benzina (preferita dagli over 65), il 19,5% si orienterebbe sull’elettrico (in particolare la fascia 25-44 anni), il 17,8% vorrebbe un’auto ad alimentazione ibrido plug-in, mentre il 15,2% manterrebbe la propria scelta sul benzina (specialmente gli under 25).
Chi non intende cambiare il proprio mezzo, riconduce questa decisione a ragioni di carattere economico (32,6%) o alla non esigenza di cambiare l’auto poiché ritenuta relativamente nuova e senza problemi (31,4%). Solo il 10,7% dichiara, invece, di non essere interessato poiché ha appena cambiato il proprio veicolo. Il 6,6% riconduce la propria non disponibilità a cambiare automobile all’assenza di adeguati incentivi seguiti da un 5,7% che parla di incertezza del futuro lavorativo. Le cose, però, cambiano radicalmente davanti all’ipotesi di poter usufruire di incentivi per l’acquisto di nuovi autoveicoli ecologici: in presenza di incentivi il 64,5% dei cittadini intervistati si dichiara disponibile a prendere in considerazione l’ipotesi di cambiare auto.
A seguito di tutti questi cambiamenti sul fronte della mobilità, l'Osservatorio sottolinea che il 42,3% degli intervistati ritiene che il proprio comune sia pronto per accogliere cambiamenti di tipo sociale e strutturale per mantenere le città decongestionate dal traffico e più vivibili. Il 78,7% dei cittadini italiani chiede una sostenibilità vera che rispetti l’ambiente, con autoveicoli sicuri ed ecologicamente puliti. La mobilità richiesta non è, quindi, fatta di monopattini elettrici, monoruota o biciclette (solo 15,4%).
Per mantenere le città più vivibili sotto il profilo della qualità dell'aria, il 47% degli intervistati suggerisce un potenziamento dello smart working e dei servizi di prossimità, il 42,6% suggerisce un sostegno del trasporto pubblico e il 30,4% consiglia di puntare sull’elettrificazione dei veicoli, infine il 29,7% punta sulla pianificazione degli orari di ingresso al lavoro, a scuola.
Parlando di sicurezza stradale, l'Osservatorio evidenzia come in questo 2020, gli italiani si sentano meno sicuri al volante. Il 75% dei cittadini che oggi si sente sicuro delle proprie capacità e di sé stesso mentre è alla guida fa registrare un -12% rispetto all’anno precedente. Tra i meno tranquilli troviamo gli over 65, gli stessi che in emergenza Covid-19 hanno ripreso a guidare le loro autovetture al fine di evitare i mezzi pubblici o in sharing.
L’elemento più importante per garantire sicurezza stradale, come lo scorso anno, viene ricondotto alla figura del guidatore (48,8%). Seguono poi i freni (10,2%), i sensori e i sistemi di guida assistita (8,8%, menzionati in particolare dai motociclisti), le cinture di sicurezza (8,1%, menzionate soprattutto dagli autisti di professione) e gli pneumatici (6,7%). Il 96,4% attribuisce agli pneumatici una forte importanza sul piano della sicurezza stradale e oltre l’85% dichiara di prestarvi molta attenzione (soprattutto uomini, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, residenti nel Sud e in aree periferiche).