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Carburanti, a gennaio 2026 scatta il riallineamento delle accise: cosa succede ai prezzi

A gennaio 2026 cala la benzina ma aumenta di 3 centesimi il prezzo del diesel a seguito della manovra sulle accise dei carburanti

Carburanti, a gennaio 2026 scatta il riallineamento delle accise: cosa succede ai prezzi
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 12 dic 2025

Da primo gennaio 2026 scatterà un riallineamento dei prezzi dei carburanti come effetto della manovra sulle accise varata dal Governo di cui abbiamo scritto molto in passato. Lo ricorda UNEM, in particolare il suo presidente Gianni Murano, illustrando lo scenario nazionale nel Preconsuntivo energia e mobilità 2025. Tra poche settimane, il diesel costerà di più e la benzina di meno.

PREZZI CARBURANTI AI MINIMI DAL 2022

La buona notizia è che secondo la relazione dell’UNEM, oggi i prezzi dei carburanti sono ai minimi dal 2022.  Tuttavia, dal primo gennaio 2026, ci sarà una “forbice” più ristretta tra diesel e benzina dato che il gasolio costerà 3 centesimi in più proprio a causa della manovra sulle accise dei carburanti. Questa manovra avrà un effetto positivo per le casse dello Stato dato che varrà circa 2 miliardi di euro nel periodo 2026-2030. Com’è andata esattamente sul fronte dei prezzi dei carburanti nel corso del 2025? Secondo la relazione il prezzo della benzina si è attestato in media a quota 1,733 euro al litro, mentre quello del gasolio è stato di 1,652 euro al litro. Cifre inferiori di circa 8-9 centesimi rispetto al 2024, che a sua volta era stato più basso del 2023. Ma come detto, da gennaio 2026 si cambia in virtù della manovra sulle accise che porterà la differenza tra benzina e diesel a ridursi. Il tutto se non ci saranno speculazioni sui prezzi. Come già denunciato in passato dal Codacons, in precedenza, quando le accise erano già state riviste, i prezzo del diesel aumentò puntualmente, mentre le riduzione del costo delle benzina non seguì il calo delle accise.

PETROLIO PRIMA FONTE DI ENERGIA

Guardando, invece, al settore dell’energia più nel suo complesso, il rapporto dell’UNEM racconta che la domanda di energia italiana nel 2025 è rimasta quasi invariata, per un totale di 142,1 Mtep (-0,3%) mentre le emissioni di CO2 sono calate del 13% rispetto al 2021. Il petrolio si conferma la prima fonte di energia con un peso del 37%, seguito dal gas (36,5%). Le rinnovabili mostrano una leggera flessione (-0,9%) a causa soprattutto della contrazione della produzione idroelettrica (-20%). Il loro peso sul totale della domanda di energia è stato del 21,5%, mentre quello sul totale della generazione di energia elettrica del 39%. Scendono i consumi petroliferi del 2,8% che scontano il crollo della petrolchimica (-37%, -1 milione di tonnellate). Crescono invece i prodotti per la mobilità, in particolare benzina (+3,8%) e jet fuel (+2,2%). L’Africa è il continente principale per le importazioni di petrolio con un peso 42%, per un totale di 14 Paesi su 31. Complessivamente sono stati importati 90 tipi di greggio da 31 Paesi.

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